da opinione.it
Edizione n. 125 del 02/06/2005
Nessuna banconota da uno o due euro: la bocciatura della Bce è definitiva
Non sono ancora noti i motivi del rifiuto della proposta avanzata l’anno scorso da Giulio Tremonti
di Roberto Casalena
Una pietra tombale è stata posta sulle banconote da uno e due euro da parte della Banca Centrale Europea.
La risposta a quanto aveva chiesto l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è giunta da Franz Christoph Zeiter, del consiglio direttivo della Bundesbank, che ne ha dato conferma al quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung.
Non si conoscono, però, i motivi della bocciatura delle banconote da uno e due euro. Sicuramente non quello di spendere qualche soldo per approntare, stampare e distribuire i nuovi tagli.
E allora?
Fatto sta che la stragrande maggioranza degli italiani avrebbe voluto le banconote da 1 e 2 euro, e non tanto per il piacere di avere in tasca chi sa quale bella banconota (anche perché quelle in circolazione ricordano più quelle del Monopoli che i biglietti a cui eravamo abituati), ma perché le monetine sono sempre state considerate come spiccioli, cioè di poco valore, mentre un euro vale quasi 2000 delle vecchie lirette.
E così, dando poco peso alle monetine, si è creato quel fenomeno per cui tutti sono ripartiti dall’unità di misura cartacea, cioè i cinque euro, del valore di circa 10.000 lire. Ed in questa terra di nessuno, tra le monete da 1 e 2 euro ed il biglietto da 5, che si è creata la corsa al rialzo dei prezzi.
Gli italiani, infatti, erano abituati a considerare il biglietto da 1000 lire come unità di misura. E questa, successivamente è diventata di cinque euro, cioè dieci volte le mille lire.
Tra l’altro, è bene ricordare che le monetine, al di fuori dell’Europa, non sono cambiabili. Il cambio parte solo da 5 euro, mentre il biglietto da un dollaro è cambiabile ovunque.
Dunque, se l’Europa dei saggi banchieri è stata capace, anche con l’avallo di altrettanti politici lungimiranti, di approvare l’euro cartaceo a partire dal taglio da 5, non prendiamocela poi con Berlusconi che si è ritrovato in mano un papocchio fatto da altri.
E gli americani che hanno la cartamoneta da un dollaro, forse sono dei fessi? Oppure l’Europa aspira ad una grandeur che non si può permettere? E Prodi, all’epoca del varo dell’euro, sognava anche lui ad occhi aperti la grandeur? E vogliamo mettere un “coriandolino” da 5 euro con un dollaro?
E così i 5 euro passano velocemente di mano in mano, perché come sostiene una teoria economica, la moneta buona scaccia quella cattiva. E si approda ai tagli da 10 e 20 euro, gli unici, che almeno sembrano decenti allo sguardo.
E poi di nuovo in fuga, fino al biglietto rosa da 500. A scuola i maestri dicevano ai nostri genitori che i bambini vanno educati da piccoli. Giusto. E da piccoli-grandi oggi ci hanno abituato a considerare l’euro a partire dalla banconota da cinque, mentre prima eravamo stati abituati all’unità cartacea da mille lire. La grandeur ha un prezzo.
Altrimenti meglio avere in tasca banconote da 1 e 2 euro, e sicuramente le cose andranno meglio sul fronte dei prezzi. Bisognerà battersi. E battiamoci.
E Prodi, che vorrebbe governare il Paese, come mai non ha capito, o se lo ha fatto, non si è battuto, per il taglio da 1 e 2 euro?
Poi è facile accusare gli altri di non aver controllato la crescita dei prezzi, quando questa era già insita nella banconota base da 5 euro. E non si tratta tanto di non aver attuato una efficace politica dei cartellini esposti nelle vetrine, piuttosto dell’incapacità di non aver capito la bomba ad orologeria che il taglio base da cinque euro conteneva e che avrebbe provocato un innalzamento dei prezzi in funzione di un appiattimento verso il biglietto, i 5 euro.
La conclusione è che oggi ad avere tante monetine nel portafoglio ci si sente più poveri, ed in realtà lo siamo.
Premio di consolazione: entro la fine dell’attuale decennio entrerà in circolazione la seconda serie di banconote, che conserveranno le stesse caratteristiche architettoniche attuali ed anche la stessa pezzatura, mentre, invece, saranno accresciute le misure antifalsificazioni sui biglietti.
Non resta che sperare in un miracolo, e cioè in un’alzata di scudi a favore dell’introduzione dei biglietti da 1 e 2 euro oltre che in una rivisitazione dei colori delle altre banconote, per renderle più apprezzabili, quantomeno all’occhio.
ricordate? L'euro di carta? nel 2010