sabato, gennaio 20, 2007

Gli inaffondabili lavapiatti di IGB©!

19 gennaio 2007
Geronzi torna in sella, Emanuele (Fondazione Cassa di Roma) va dagli avvocati

Cesare Geronzi confermato dall'assemblea dei soci al vertice di Capitalia (-0,32% a 6,95 euro la chiusura di settimana in Borsa) - con i consiglieri Roberto Colaninno ed Ernesto Monti - nonostante la condanna in primo grado nel crack Italcase-Bagaglino, ma non senza strascichi polemici. Favorevole al reintegro è stato il 37,2% del capitale, contrari azionisti per il 9,7% e astenuti per lo 0,98%. Al voto ha partecipato il 47,9% del capitale. Per effetto della votazione, ha annunciato il vicepresidente Paolo Savona, che presiedeva l'assemblea, i tre amministratori «riprenderanno le loro funzioni con effetto immediato». Quindi sin dal consiglio di amministrazione in programma nel pomeriggio di venerdì 19 gennaio.

Deminor, società che rappresenta alcuni fondi di investimento (0,39% del capitale), e la Fondazione Cassa di risparmio di Roma (secondo i dati Consob azionista numero due con il 7,186% dopo Abn Amro al 7,679%, pur non essendo nel patto di sindacato che controlla il 31,01%), hanno votato contro, una decisione - ha spiegato il rappresentante di Deminor - opportuna «per evitare le critiche e i sospetti sulla banca». Gli amministratori, ha aggiunto, «ai quali auguriamo di uscire in modo cristallino dalla vicenda, hanno il dovere di presentare le dimissioni».

La Fondazione, presieduta da Emmanuele Emanuele, ha ribadito le proprie «riserve» sull'opportunità di confermare le cariche definendosi «a favore della revoca», e ha anche dato mandato ai propri legali per verificare se le decisioni del patto di sindacato possano essere valutate come «evento generatore» di eventuali danni che possano derivare. Valutazione ribadita da Emanuele a margine dell'assemblea: «Il fatto che Geronzi sia stato condannato è già un danno d'immagine per la banca», da tempo al centro dei rumor su fusioni e acquisizioni. La Fondazione ha sottolineato «l'opportunità di revoca» nei confronti del presidente e degli altri amministratori che erano stati sospesi Colaninno (numero uno del gruppo Piaggio) e Monti, condannato per bancarotta preferenziale e per distrazione nel processo Trevitex. Geronzi, è stato condannato alla pena di un anno e otto mesi di reclusione, oltre alle realtive pene accessorie, per concorso nel reato di bancarotta semplice, Roberto Colaninno (sempre per Italcase), alla pena di quattro anni e un mese di reclusione, oltre alle relative pene accessorie per concorso nei reati di bancarotta preferenziale e di bancarotta semplice.

Tuttavia secondo il presidente del Patto di sindacato della banca, Vittorio Ripa di Meana, «Allo stato degli atti non sussistono motivi per mettere in discussione il rapporto di fiducia» con gli amministratori. «I manager - ha aggiunto Ripa di Meana - stanno gestendo la banca con effetti soddisfacenti ed il patto ha tenuto conto delle capacità nel confermare la fiducia e sul piano tecnico e giuridico bisogna attendere il giudizio definitivo, altrimenti entreremmo in un sistema che dopo una semplice iniziativa della magistratura o in presenza di sentenze di primo grano potrebbero creare delle vittime» alla luce dei risultati definitivi della vicenda. «È in questo contesto - ha concluso - che il patto di è mosso: sarebbe paradossale che i soci sindacati si riuniscano per esaminare le conseguenze di processi futuri».

mercoledì, gennaio 17, 2007

Ma la BCE puo' comandare sui suoi comandanti? Ovviamente no!

In un anno la Banca centrale europea ha alzato il costo del denaro dal 2,25 al 3,5%. Nessuno l’ha seguita. Malgrado il decreto Bersani

Le banche? Snobbano la Bce

Fermi i tassi sui conti, su quelli sul rosso. Ma non è un vizio italiano: in tutta Europa rendimenti al palo

LA SCHEDA

Adeguare i tassi alle variazioni della Banca centrale europea, alzando le retribuzioni dei conti correnti? Macché, per le banche resta una missione impossibile e per i risparmiatori un miraggio. Piuttosto, vengono alzati i tassi per chi va in rosso: l’ha fatto un istituto su due del nostro panel, in un anno. Resta la magra consolazione che le banche di Internet, invece, i rendimenti li hanno alzati di pari passo con la Bce: in un anno, dal 2,4% al 3,5% We@bank, dal 2,25% al 3,25% FinecoBank e dal 2,5% al 3,5% IwBank. Nel 2006 la Banca centrale europea ha aumentato il costo del denaro cinque volte, dal 2,25% di gennaio al 3,5% di dicembre. Ebbene, dai prospetti Abi-Pattichiari risulta che, fra il febbraio 2006 e questo mese, solo una delle otto banche monitorate da CorrierEconomia (vedi tabella) ha alzato il tasso attivo sul conto per famiglie: la Bpm di Roberto Mazzotta, che ha portato il suo Flexiconto dall’1% all’ 1,5%.

Non è il punto e un quarto della Bce, ma è qualcosa. Le altre non hanno toccato il tasso attivo, il Sanpaolo l’ha addirittura tagliato dell’80% introducendo il nuovo Contutto (0,10% contro lo 0,5% del vecchio Multibenefit 1). Ma non basta. Non solo i correntisti non hanno guadagnato, ci hanno anche perso. In interessi passivi. Il tasso passivo lordo massimo extra fido è passato, fra il febbraio 2006 e questo mese, dal 15,09% al 15,42% nel conto Genius Family di Unicredit Banca; dal 10,65% all’ 11,19% nel conto Per Te Family di Bnl; dal 14,75% al 15,03% in Flexiconto di Bpm; e dal 14,75% al 15,31% in BluLight Family della Banca di Roma. Niente male, se si pensa che la legge Bersani del 4 agosto 2006, la 248, obbliga le banche a modificare i tassi contestualmente, con le variazioni Bce: se salgono i passivi, devono crescere anche gli attivi. Chi trasgredisce è punito con molte progressive, fino alla chiusura degli sportelli, da Bankitalia. La Bnl fa notare che ha alzato il tasso passivo «dopo il decreto Bersani, e comunque resta il più basso ». Bpm, come si è detto, ha alzato anche il tasso attivo, quindi è in regola. Unicredit e Banca di Roma invece risultano avere aumentato gli interessi sullo scoperto fra settembre e oggi, quindi dopo la nuova legge. «Le condizioni a prospetto sono i minimi e i massimi — dice Rodolfo Ortolani, vicedirettore generale di Unicredit Banca —. Per i singoli clienti è diverso, variamo i tassi attivi e passivi nella stessa misura. È una nostra regola, del resto proprio noi abbiamo alimentato il decreto Bersani. Inoltre sugli strumenti di deposito, come i certificati e i pronti termine, i nostri tassi variano con quelli Bce». «La legge Bersani riguarda i rapporti in essere, il nostro aumento è scattato il 3 novembre e vale solo per i nuovi clienti», spiega invece Massimo Macchitella, responsabile Family della banca di Roma. «Resta un’elusione di un obbligo di legge — dice però Elio Lannutti, presidente Adusbef —.

Mi stupisco che il governo non intervenga ». L’Adusbef stima in 1,2 miliardi i minori interessi pagati dalle banche, da agosto a dicembre, per mancato adeguamento ai tassi Bce. Ha chiesto al ministro dell’Economia, Tommaso Padoa- Schioppa, di convocare il Cicr, il Comitato interministeriale credito il risparmio; e ha invitato i correntisti a inviare una lettera di messa in mora alle banche che non hanno adeguato i tassi. A triste consolazione, si può dire che all’estero le cose non vanno diversamente. Le banche straniere, che hanno costi in genere più bassi delle nostre (ma anche i rendimenti), all’adeguamento Bce non pensano. La spagnola Bbva non ha variato i tassi del suo Conto Bbva, e lo stesso la tedesca Deutsche Bank con dbAktivKonto e l’austriaca Hypo Alpe Adria Bank con Inklusivkonto. La francese Bnp Paribas, socia di Bnl, ha lasciato fermo il rendimento (0%) e alzato il tasso passivo del suo Esprit Libre (dal 14,4% al 15,3%). L’olandese Abn Amro, socia di Antonveneta, è l’unica che si distingue anche se per poco, visto che ha alzato il tasso attivo nel 2006 dei conti tradizionali di 15 punti base, dal 2,6% al 2,75%. All’estero sono cresciuti però i rendimenti dei libretti di risparmio: è importante, perché negli altri Paesi il conto corrente rende zero, è il libretto lo strumento di risparmio. «In Germania sono arrivati al 4%, qui sono fermi all’1%», dice Gianni Colangelo che a Bruxelles rappresenta gli utenti bancari italiani presso il Financial Services Consumer Group. «E in Austria sono stati legati agli indici Bce», dicono in Hypo Alpe Adria Bank. Perché? «Sull’onda della richiesta delle associazioni dei consumatori».

Alessandra Puato

15 gennaio 2007