mercoledì, novembre 29, 2006

Chi ha le mani sul Tesoro?

GOLDMAN SACHS: UNA BRUTTA STORIA ANDATA NEL DIMENTICATOIO

Roma, 27 Novembre 2006 – AgenParl – A metà settembre Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef, aveva fatto circolare un comunicato stampa in cui denunciava che, approfittando delle diverse legislazioni fiscali in vigore nei paesi europei, Goldman Sachs International, quarta banca d’affari nel mondo, ha attuato una ingegnosa truffa ai danni dello Stato per 202 milioni di euro”. La banca ha avuto come vice presidente e responsabile per l’Europa Mario Draghi nel periodo incriminato (2002-2005). C’è in corso un’indagine della magistratura e un’operazione delle Fiamme Gialle è stata disposta dalla Procura della Repubblica di Pescara, titolare dell’indagine in quanto nella città abruzzese ha sede il centro operativo dell’Agenzia delle Entrate. Queste operazioni hanno portato all’inizio di settembre a sequestrare valori per 5 milioni di euro nella sede romana della Goldman Sachs, dopo i quattro milioni prelevati in precedenza.

Era stato messo in atto un meccanismo truffaldino con il quale le azioni di società italiane quotate in borsa, detenute anche da investitori istituzionali ( come fondi pensione e altri), poco prima del periodo di distacco delle cedole dei dividendi, venivano “trasferite” in altri paesi, in prevalenza in Inghilterra, in modo da creare le premesse per evitare la doppia imposizione fiscale. Quindi partiva la richiesta di rimborso, ma subito dopo i titoli tornavano in Italia, scriveva l’Adusbef. L’indagine era stata denominata “Easy Credit”. Lannutti si chiede dove sia finita la solerzia sia di Tommaso Padoa Schioppa che di Draghi, anche perché il Tesoro continua ad avvalersi di Goldman Sachs come banca di riferimento privilegiata nel piazzamento dell’ultima emissione di global bond decennali da 3 miliardi di dollari con scadenza 20 settembre 2016, conferendole la qualifica di lead manager, assieme a JPMorgan e Citigroup.

Queste ultime sono poi le due banche internazionali più coinvolte in derivati finanziari e speculativi. Mentre ci si accanisce a raccogliere le tasse dalle tasche dei cittadini, per favore, non scordiamoci anche di queste “piccole” faccende e di chi le ha tollerate. Sono cose che non vanno viste sotto un colore politico ma dal punto di vista dell’interesse dello Stato sovrano.

La Lega Nord si allea con i Cittadini: il signoraggio è del Popolo e non dei banchieri privati

da DISINFORMAZIONE.IT

Sapete bene come la pensiamo: i partiti politici sono i camerieri dei banchieri o meglio, del potere economico gestito da questi ultimi.
Ma ben vengano tutte quelle iniziative, che come questa, almeno potrebbero servire per far prendere coscienza della più grande truffa della storia dell'umanità: il signoraggio monetario!!!


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"La Lega Nord si allea con i Cittadini:
il signoraggio è del Popolo e non dei banchieri privati"

Il Congresso della Provincia di Torino della Lega Nord approva a grandissima maggioranza la mozione "L'unica politica possibile" presentata da Claudio Marovelli.

"La Lega è da sempre una forza popolare che non ha paura di difendere gli interessi del Popolo dagli interessi dei poteri forti.
Vi chiedo di votare per questa mozione perché così facendo si restituirà al Popolo la vera Sovranità che ROMA LADRONA ha viceversa regalato a pochi banchieri privati senza nessuna contropartita.
Quando noi produciamo e consumiamo dei beni e dei servizi, come credete che riusciamo a scambiarceli vicendevolmente? Con le monete!

Come pensate che le monete che abbiamo in tasca arrivino fin lì? Arrivano fin lì perché ROMA LADRONA si indebita per nostro conto nei confronti dei banchieri centrali, rigorosamente privati, avviando così la spirale perversa del debito i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti. I banchieri privati creano dal nulla le banconote, si impossessano illegalmente del loro valore (dei numeri che gli stampano sopra) e ci chiedono pure gli interessi. Non solo! Non ci pagano sopra neanche una lira di tasse perché ROMA LADRONA li autorizza a non metterli nel conto economico e questi se li portano in nero alle Cayman e comunque dove gli pare. L'ordine di grandezza annuo di questa truffa è il triplo di questa finanziaria.

Ma quei soldi sono i nostri!
Perché siamo noi che produciamo e consumiamo i beni ed i servizi.
Perché siamo noi che riconosciamo valore a quei pezzi di carta colorati e li riteniamo idonei per effettuare gli scambi.
Perché siamo noi il Popolo Sovrano di cui al primo articolo secondo comma della Costituzione.
Sottopongo quindi al Congresso le seguenti proposte necessarie e sufficienti per risolvere istantaneamente tutti i problemi finanziari della nostra Società:

1) il Parlamento stabilisce, alla stregua di Regno Unito, Danimarca e Svezia, che il potere monetario compete allo Stato italiano, con conseguente ed immediata uscita del nostro Paese dal Trattato di Maastricht;

2) la banca d'Italia effettuerà l'emissione monetaria ACCREDITANDOLA allo Stato che la porrà all'attivo del Suo bilancio; la banca d'Italia verrà compensata sia per le prestazioni tipografiche, sia per le consulenze, sia per i servizi svolti, ma non certo consentendole di sottrarre alla Comunità l'intera emissione monetaria, come viceversa è avvenuto fino ad oggi. Se la banca d'Italia non sarà disponibile tutte le sue funzioni verranno svolte senza difficoltà dal Ministero del Tesoro e dall'Istituto Poligrafico dello Stato.

Con questi semplicissimi provvedimenti sarà possibile vivere in uno Stato vero, senza debito pubblico. Vi immaginate cosa significherebbe vivere in uno Stato senza debito pubblico?

- Non sarebbe più necessario tartassarci; un'aliquota del 10% (la decima) sarebbe più che sufficiente per mantenere l'equilibrio economico e la macchina dello Stato SANO.

- Grazie alla produzione automatizzata di molti prodotti sarà possibile, mantenendo l'attuale tenore di vita, come negli anni 60 e 70, far sì che un solo stipendio permetta alla famiglia anche numerosa di vivere bene e magari anche di fare qualche risparmio. Infatti in quegli anni il rapporto debito/PIL era inferiore al 30%.

- Le casalinghe potrebbero essere agevolmente stipendiate dallo Stato; i nostri figli potrebbero finalmente essere accuditi dalla madre prevenendo i tantissimi problemi che stiamo vivendo sulla nostra e loro pelle.

- La scuola e la ricerca potrebbero finalmente ritornare ad essere decorose.

- Idem per la Sanità.

- Idem per le Forze Armate e dell'Ordine.

La lista delle cose che si potrebbero fare è vastissima.
Chiudo con una nota di concretezza.
Ricordate le 500 lire di carta?
Quelle erano banconote dello Stato e per fare quelle non ci ha indebitati. Erano monete SANE.
Quelle che abbiamo in tasca le abbiamo perché ROMA LADRONA si è indebitata per nostro conto. Quelle nelle nostre tasche sono monete AVVELENATE. Hanno con loro il debito, sempre più grande, sempre più inestinguibile: un vero cappio al collo per noi stessi e per nostri figli e nipoti.

CHIEDO CHE VOTIATE PER QUESTA MOZIONE."

"L'unica politica possibile
La mozione riprende la perizia di Savino Frigiola nel processo intentato a Lecce contro la Banca d'Italia / B.C.E. nel 2005. Il giudice ha condannato la Banca d'Italia ed ha riconosciuto che la moneta deve essere accreditata allo Stato e non addebitata, come viceversa avviene oggi. Questa storica sentenza è stata rigettata dalla Cassazione il 22 giugno 2006 ma le motivazioni sono state assai significative: " . al giudice non compete sindacare il modo in cui lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria, di adesione a trattati internazionali e di partecipazione ad organismi sopranazionali . "
In sostanza la Cassazione afferma senza mezzi termini che la questione è politica e non può quindi essere disputata dalla "Giustizia".
Fra le righe ci sta' scritta un'altra cosa: "non ci sono più argomenti tecnico-giuridici per sostenere la correttezza dell'attuale sistema monetario basato sul debito".
Sta' ai Partiti politici prendere in mano questa questione.
Scopo della politica è quello di individuare soluzioni innovative, indirizzare, amministrare, incrementare le risorse nazionali, pubbliche e private, per conseguire il bene comune di tutti e di ciascuno.
Mentre le scelte e gli indirizzi delle varie correnti e formazioni, politiche e culturali, possono essere soggettive, condivise od opinabili, un punto resta incontrovertibile: quello di preoccuparsi, in primis, di disporre delle necessarie risorse per realizzare i propri programmi enunciati e perseguiti.
Senza questa verifica, senza un chiaro e realistico programma per il recupero delle risorse economiche, sciaguratamente cedute nel passato, dalla politica al sistema bancario e monetario, qualunque azione intrapresa da una qualunque formazione politica di qualunque colore, risulta vana, velleitaria ed ingannevole verso il prossimo, verso i propri aderenti, verso la propria persona ed ancor peggio verso la propria famiglia.
Posto che il miglior sistema conosciuto per produrre e distribuire la ricchezza, risulta quello dell'iniziativa privata e del libero mercato, con la conseguente preminenza della meritocrazia, occorre fermamente stabilire il limite invalicabile per tutte le attività di pubblico interesse, specialmente per quelle che non possono essere svolte in regime di concorrenza, le quali debbono assolutamente essere amministrate pubblicamente. (distribuzione acqua, gas, energia, sanità, nettezza urbana, autostrade, ecc.)
Sappiamo con precisione come e dove reperire le risorse per esaudire le istanze sociali, neglette sia dal polo di destra che da quello di sinistra, pertanto risulta inderogabile, nell'interesse comune, unire tutte le componenti politiche e culturali, non asservite ai poteri forti, per smascherare quelle al servizio dell'apparato bancario e monetario per riappropriarsi di quanto già appartiene al popolo sovrano. Solo successivamente potrà risultare giustificato avviare confronti e distinguo tra le eventuali diverse posizioni e soluzioni culturali. Il polo di SINISTRA non riesce più a governare, se non togliendo ai cittadini per conferire ai banchieri, quello di DESTRA non è in grado di differenziarsi; è arrivato il momento di fare un salto di qualità.
Ci sono abbondanti ed impellenti motivi per spingere le persone libere e responsabili ad assumere un maggior impegno pubblico e sociale.
La grande spinta popolare deve essere finalizzata all'affrancamento dalla schiavitù sempre più strisciante ed opprimente che il Mondialismo, nelle sue diverse forme attua, attraverso le proprie subdole articolazioni costituite dai potenti sistemi di distribuzione di ricchezza. Oggi, il sistema non palese di governo mondiale, cerca di annichilire i singoli individui usando parassitariamente governi nazionali e governanti, le persone e le loro libertà.
La leva principalmente utilizzata è quella monetaria con il coinvolgimento dell'intero apparato bancario.
La questione monetaria infatti risulta essere attualmente la causa di tutte le cause.
Per comprendere definitivamente le conseguenze e le implicazioni, negative o positive, che si determinano in campo politico e sociale, mediante l'utilizzo appropriato o distorto della funzione monetaria, è opportuno formulare e rispondere correttamente alle due classiche domande:

1) chi è il proprietario della moneta al momento della sua emissione, se della comunità che la utilizza o delle banche centrali,

2) quale è l'ordine di grandezza del danno medio, che ne subisce la comunità nazionale derivante dall'indebita appropriazione del signoraggio monetario, da parte del sistema bancario e monetario nazionale ed internazionale.

Queste due domande, ingenue solo nell' apparenza, sono le stesse che il Giudice di Lecce ha rivolto al Perito d'Ufficio in occasione del processo contro la Banca d'Italia - B.C.E..
La perizia redatta dal Perito di Parte illustra e risponde esaurientemente ai due quesiti. L'inevitabile conclusione che ne scaturisce dalla perizia è quella che lo Stato, nell'interesse dei propri cittadini, deve creare la moneta necessaria per il proprio mercato nella quantità e nella misura sufficiente e necessaria."

domenica, novembre 19, 2006

URUGUAY: Acqua per tutti

URUGUAY – Si è svolto il referendum sulla riforma costituzionale relativa la privatizzazione del servizio idrico

Contestualmente all'elezione per la Presidenza della Repubblica il 31 ottobre si è tenuto in Uruguay un referendum in cui si chiedeva ai cittadini di pronunciarsi sulla riforma costituzionale che prevede l’impossibilità di privatizzare il servizio idrico.

Più del 60% dei partecipanti al voto, si è pronunciato a favore ritenendo che l’uso dell’acqua debba essere pubblico perchè inteso come un “diritto umano”.

Il referendum costituisce una decisa risposta alle pressioni del Fondo Monetario Internazionale che avevano convinto il governo ad estendere la privatizzazione dei servizi idrici, già iniziata in alcune zone del Paese. (Karla Lorena Castillo Rodríguez)

da PALOMAR: http://www.unisi.it/ricerca/dip/dir_eco/palomar/020_2005.html#uruguay

VENEZUELA – Approvata la riforma della legge sulla Banca centrale del Venezuela

VENEZUELA – Approvata la riforma della legge sulla Banca centrale del Venezuela

Il 21 giugno 2005 l’Asamblea Nacional venezuelana ha approvato, in prima discussione e a maggioranza semplice, la riforma della ley del Banco Central de Venezuela . Vengono modificati gli articoli 7; 21; 75 e 113 della legge previgente e si introduce una nuova disposizione che conferisce all’Esecutivo la facoltà di utilizzare, per mezzo di un fondo che sarà creato appositamente, una parte delle riserve internazionali. La Banca centrale del Venezuela avrà il potere di formulare e mettere in atto la politica monetaria, regolare il credito e il tasso di interesse del sistema finanziario, detenere e amministrare a livello centrale le riserve monetarie internazionali della Repubblica e stimare quale sia il livello adeguato di tali riserve.

Come già osservato, un eventuale eccesso delle riserve consentirà al Governo di usufruirne per scopi attinenti l’implementazione del programma politico. Uno degli obiettivi principali della riforma è infatti proprio l’istituzione di una base giuridica che permetta al Procuratore nazionale di disporre delle riserve finanziarie internazionali del paese a sostegno dei progetti sociali proposti dal Governo. Secondo i promotori della riforma le modifiche rispondono perfettamente alla prerogativa governativa di servirsi delle risorse economiche in eccesso per orientarle ai fini dello sviluppo economico e sociale del Venezuela.

Nel documento di esposizione dei motivi della nuova normativa si legge che «la riforma risponde al progetto di consolidamento del compromesso sociale e all’affermazione della rivoluzione bolivariana che rappresenta il fulcro della Costituzione del 1999 e del progetto politico del Governo del Presidente Hugo Chavez» Le forze dell’opposizione, d’altra parte, ritengono la riforma incostituzionale in quanto comporta un sostanziale ampliamento della sfera di azione dell’Esecutivo a scapito della Banca centrale venezuelana il cui ruolo diventa assolutamente marginale. (Carla Bassu)

da PALOMAR: http://www.unisi.it/ricerca/dip/dir_eco/palomar/023_2005.html#venezuela

Impronte digitali per giovani terroristi

GIAPPONE – Approvate nuove misure antiterrorismo

Il 18 maggio la Camera alta del Parlamento giapponese ha approvato l’entrata in vigore di un sistema di sicurezza che richiede ai visitatori stranieri di età superiore ai 16 anni la registrazione delle impronte digitali. Solo i residenti permanenti e coloro che visitano il Giappone per invito del Governo, oltre ai minori di 16 anni, sono esentati dalla misura.

La revisione della legge sul controllo dell’immigrazione prevede, più nello specifico, che a partire dal novembre 2007 tutti gli stranieri, al momento dell’ingresso nel paese, saranno fotografati e dovranno lasciare le impronte digitali. Tali dati saranno dunque registrati, insieme ad altri dati personali di identificazione, e sottoposti a controllo incrociato con una lista di persone deportate in passato e di criminali internazionali ricercati.

Ad ogni modo, sarà necessario del tempo per individuare tanto il tipo di tecnologia da utilizzare quanto gli aspetti pratici della misura antiterrorismo introdotta, sebbene già gli osservatori internazionali abbiano espresso qualche perplessità sulla tutela dei diritti degli stranieri. (Valentina Cardinale)

da PALOMAR: http://www.unisi.it/ricerca/dip/dir_eco/palomar/palomar.html#giappone

Diritti: Per una nuova sovranità monetaria

da il Meridiano

Diritti
12.11.2006 ore 13:05:00.

Per una nuova sovranità monetaria

Roma - Per quanto mi è noto, soltanto due grandi studiosi, Ezra Pound il poeta della lotta all’usura e il compianto Giacinto Auriti, preside della facoltà e docente di filosofia del diritto presso l’Università di Teramo, hanno dedicato gran parte della loro esistenza alla ricerca delle motivazioni che generano l’usura, ritenuta l’epidemia più vecchia nel mondo. Alla “gente comune” costituente la maggioranza silenziosa che considera lo Stato e le sue Istituzioni meritevoli di rispetto e fiducia, diviene difficile fare accettare una realtà oggi nota solo a pochi eletti, unicamente perché gli organi di informazione evitano, perché scottante l’argomento, che invece interessa tutti gli italiani. Conoscere la verità sul debito pubblico per la soluzione di ogni problema economico del nostro paese. Diversamente da come recita il suo logo, la Banca d’Italia s.p.a, non è di proprietà dello Stato italiano e né agisce per delega di questi, atteso che i suoi azionisti Gruppo Intesa (27,2%), Gruppo San Paolo (17,23%), Gruppo Capitalia (11,15%), Gruppo Unicredito (10,97%), Banca Carige (3,96%), Bnl (2,83%), Monte dei Paschi di Siena (2,50%), Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%), ed altre banche minori sono detentori dell’85% del suo capitale sociale di € 154.937,07 pari a 300 milioni di vecchie lire. Così che gli istituti di credito azionisti della Banca d’Italia con un capitale investito di soli 260 milioni di vecchie lire, nel corso degli anni hanno lucrato un ingente signoraggio usurario. Poiché non è solo questo l’aspetto inquietante che oggi si vuole sottolineare, affrontiamo insieme il percorso che ci porterà a comprendere la dimensione, sia dello scippo subìto dagli italiani, che della vera causa dell’usura conseguente. Tutti i cittadini hanno il diritto di sapere che dopo l’avvento della costituzione dell’Unità d’Italia, gli istituti di emissione monetaria sono stati tutti accentrati nella Banca d’Italia s.p.a. con la partecipazione azionaria delle principali banche italiane. Negli anni in cui è stata costituita la Banca d’Italia esisteva l’obbligo della riserva aurea, necessaria per garantire la convertibilità della moneta emessa con oro corrispondente al suo valore di mercato. L’obbligo di garantire le emissioni con parità aurea era stato istituito nel lontano 1694 dalla Banca d’Inghilterra per dare certezze di stabilità delle banconote emesse, seguita nel tempo dagli istituti di emissione dei principali paesi a far data dal 1944, quando ad iniziativa dell’economista Keines intervenne l’accordo di Bretton Woods fra i rappresentanti di 44 paesi impegnati nella guerra contro l’Asse Tedesco, finalizzato al ripristino delle condizioni di convertibilità delle monete e alla creazione di un sistema di compensazione multilaterale delle bilance dei pagamenti al termine della guerra. In data 15 agosto 1971, il presidente statunitense Nixon con la dichiarazione unilaterale di inconvertibilità del dollaro in oro, poneva fine al regime dei cambi fissi instaurato dagli accordi, che sino ad allora aveva consentito lo straordinario sviluppo dei paesi che vi avevano aderito.

Così che mancando ogni forma di controllo sulle emissioni monetarie che venivano decise autonomamente dalla rispettive banche centrali negli anni successivi al 1971 è iniziata la pericolosa instabilità monetaria che per il nostro paese ha avuto per conseguenza la graduale crescita verticale dell’ingente debito pubblico. Seguendo l’esempio degli Stati Uniti da ottobre 1971 la Banca d’Italia ha continuato ad emettere moneta, con la differenza però che la stampa delle banconote non è più avvenuta con la garanzia delle riserve e a solo vantaggio della Banca d’Italia divenuta proprietaria della moneta emessa che nel tempo ha prestato ai governi che si sono succeduti, col risultato che già nel 2000 il debito pubblico dello Stato, ovvero di noi cittadini si era attestato all’incredibile cifra di 3500 milioni di miliardi. In realtà la Banca d’Italia era stata solo delegata dallo Stato, ovvero dal popolo sovrano alla emissione di banconote per conto di esso Stato, e non per fare un regalo ad esso Istituto di emissione e alle banche del paese, come di fatto è poi accaduto. In conseguenza della politica creditizia verso lo Stato e versi i cittadini effettuata con banconote, carta stampata, il cui valore è da ritenersi “per mera convenzione” e senza alcuna reale patrimonialità dell’ente emittente e quindi alla medesima stregua di assegni a vuoto, le banche italiane azioniste della Banca d’Italia hanno lucrato il così detto signoraggio, ovvero la peggiore usura praticata e in assoluto al tasso più elevato. Basti solo considerare che il rapporto tra valore delle banconote stampate ed immesse in circolazione e i costi per carta, allestimento e stampa è pari al 10 per mille, così che ogni milione di lire stampate sino all’anno 2000 aveva un costo di sole 10 mila lire ed un ricarico di signoraggio di lire 990 mila, pari al 990% giornaliero.

Tale assunto è stato anche confermato dalla sentenza emessa nel 2005 dal GdP di Lecce a seguito della Ctu che ha statuito il principio che la prioprietà della moneta non è né della Banca d’Italia e né tantomeno della Banca centrale europea, ma del popolo sovrano, ovvero degli italiani, e che il signoraggio accertato di cui hanno beneficiato le banche azioniste – ovvero il reddito di cittadinanza sottratto sulle sole banconote circolanti negli ultimi sette anni, che vanno dal 1998 al 2004 ammonta a oltre 5.023 miliardi di euro. A riprova della remuneratività del signoraggio è appena il caso di precisare che con l’avvento delle transazioni elettroniche, le moneta cartacea costituisce soltanto il 10% dell’intero ammontare delle operazioni creditizie effettuate dal sistema bancario, così che il signoraggio accertato dal giudice leccese deve essere moltiplicato per almeno 10 volte. La restituzione della sovranità monetaria al popolo italiano comporterebbe due ineguagliabili benefici immediati. Il primo consistente nell’azzeramento del debito pubblico con la conseguente eliminazione delle disumane gabelle fiscali; il secondo, la destinazione del reddito di cittadinanza ai suoi reali aventi diritto – Stato e Cittadini, che permetterebbe a tutti di divenire proprietari della propria casa di abitazione senza intaccare i rispettivi redditi da lavoro, che non sarebbero minimamente infuenzati dalla riforma prospettata. Con l’attuale situazione i beneficiari del signoraggio rimangono solo gli istituti di credito azionisti di Bankitalia detentori dell’85% del suo capitale sociale, per la cui restituzione allo Stato oggi pretenderebbero l’incredibile cifra di 14.700 milioni di euro. Ma l’aspetto più sconcertante del signoraggio è che la Banca d’Italia, nel suo bilancio del 2004 ha iscritto nello stato passivo l’importo di 99.007 miliardi di euro per moneta circolante, equivalente alla quota parte di banconote stampate dall’Italia in seno alla Banca Centrale Europea. Considerato che il costo di carta e stampa della moneta non supera il dieci per mille, e che non esistono riserve per garantire l’ingente circolante il cui valore e solo convenzionale e non intrinseco, come potrebbe essere se ogni moneta fosse di metallo pregiato, la Banca d’Italia avrebbe iscritto in bilancio un debito inesistente solo per eludere l’ammonatre reale del signoraggio che realizza annualmente. L’importo del circolante dichiarato fa emergere che le banconote possedute dagli italiani ammonterebbero mediamente a 17.700 euro a testa, mentre l’ammontare delle transazioni quotidiane effettuate dalle banche con utilizzo di riserve frazionate e di moneta virtuale supera nella sua globalità la media quotidiana di 50.000,00 euro per cittadino. Dati questi che fanno supporre come il signoraggio bancario avviene non solo sul circolante, ma fatto ancora più grave, anche su tutte le transazioni effettuate sotto forma di semplici operazioni virtuali e senza alcun reale movimento monetario, il cui ammontare supera ogni immaginazione umana. La posta passiva di 99.007 miliardi di euro avrebbe ragione di essere considareta tale, solo se questo importo fosse di proprietà e nella disponibilità dello Stato, essendo di fatto questi unico soggetto in grado di garantire col suo patrimonio pubblico e col suo Pil, prodotto interno lordo, la moneta emessa ed a cui compete il beneficio economico del signoraggio, che in questa ipotesi si trasformerebbe in remuneratività del circolante al saggio del Tur, Tasso Ufficiale di Riferimento, in vigore. Appare ovvio a questo punto precisare che riappropriandosi della sovranità popolare della moneta il Paese Italia, si ritroverebbe immediatamente spogliato del debito pubblico, e potrebbe diminuire le tasse ai minimi storici, sostituite da un signoraggio etico equivamente al reddito di cittadinanza. Le nuove emissioni monetarie potranno invece avvenire tenendo conto dell’andamento del Pil del Paese e finalizzate alla realizzazione di progetti ed opere pubbliche produttive di reddito che andrebbero a rafforzare ,la patrimonialità dello Stato. Strappando la proprietà monetaria al sistema bancario, cesserebbero di colpo i negativi condizionamenti che oggi influenzano la vita politica e quella dei cittadini in massima parte vittime di usura, divenuti nuovi schiavi dell’indebitamento privato che ha superato quest’anno il traguardo dei 90 mila miliardi di euro, benchè proprietari per diritto della moneta circolante nel paese.

Caro presidente Prodi, poiché lo Stato rischia di implodere per indebitamento proprio e dei cittadini, insieme alla sua coalizione se la sentirebbe di assumersi la responsabilità di compiere il primo passo in questa direzione e svincolare i cittadini dalla insidiosa Finanziaria in discussione, tale anche per quanti la sostengono a fatica?

a cura di Prof. Francesco Petrino
Presidente del Centro Studi Giuridici Snarp

domenica, novembre 12, 2006

L’Uruguay cancella il debito con il FMI



Il governo dell’Uruguay ha annunciato ieri la cancellazione definitiva del suo debito pendente nei confronti del Fondo Monetario Internazionale.

Anche il governo di Tabaré Vázquez si unisce così al cammino intrapreso prima dal Brasile e immediatamente dopo dall’Argentina. Il ministro dell’economia uruguayano, Danilo Astori, ha annunciato ieri nella conferenza stampa che si tratta “dell’inizio di una nuova tappa nelle relazioni tra Uruguay e il FMI”. “La cancellazione totale del nostro debito con il Fondo Monetario Internazionale sarà integrata anche dalla cancellazione del programma vigente con il FMI accordato nel 2005 e che sarebbe stato valido sino al 2008, da questo momento in avanti invece tra l’organismo internazionale e l’Uruguay si limiterà solo ad uno scambio di opinioni e riflessioni” – ha poi aggiunto il ministro dell’economia.

Per quanto riguarda la cancellazione del programma del FMI per l’Uruguay, che proprio questa settimana aveva inviato una delegazione per la revisione nel paese, Astori ha affermato che “ha un essenziale significato, perché è la fine della dipendenza che oggi ha l’Uruguay nei confronti del Fondo Monetario Internazionale”. “Le conseguenze saranno l’aumento del margine di indipendenza delle nostre decisioni, che non sono mai state in discussione da un punto di vista di programmazione, ma che, senza dubbio, erano condizionate da alcune esigenze che spesso si convertivano in vere e proprie restrizioni. A partire da questo momento invece, l’Uruguay opererà sugli stessi progetti con una facilità di movimento maggiore a quella che aveva quando era condizionati da fuori.” – assicurava ieri Astori.

Nonostante questo il ministro concludeva: “Vogliamo mantenere comunque un rapporto d’amicizia con il FMI, così come vogliamo un’uscita dal programma senza traumi e per questo ci sottoporremo all’ultima revisione del Fondo a dicembre 2006”.

rif: http://verosudamerica.blogspot.com/2006/11/luruguay-cancella-il-debito-con-il-fmi.html

giovedì, novembre 02, 2006

I partigiani della moneta

Un acido misterioso attacca migliaia di banconote in Germania

Reuters - Gio 2 Nov, 12:27


FRANCOFORTE (Reuters) - Un acido potente sta facendo a pezzi le banconote in euro tedesche, secondo quanto riferito oggi da un portavoce della banca centrale.

La polizia sta indagando le cause che hanno ridotto in frammenti più di 1.000 banconote tra i cinque e i 100 euro poco dopo il ritiro ai bancomat, ha dichiarato il portavoce della Bundesbank Wolf-Ruediger Bengs.

"Non abbiamo mai visto un caso simile", ha dichiarato.

Il primo caso è stato registrato a Berlino a giugno . I test hanno mostrato che le banconote sono state contaminate da un acido potente. La Bundesbank ha escluso problemi dovuti al processo di stampa.

"Al momento non è chiaro se stiamo parlando di danni involontari o di una manipolazione consapevole", ha aggiunto il portavoce.

Il quotidiano tedesco Bild-Zeitung ha detto che delle banconote contaminate sono state trovate in 17 città tedesche. Il giornale ha citato un esperto di chimica secondo il quale le banconote potrebbero essere state cosparse di un sale che si è trasformato in acido a contatto con il sudore. La banca non ha precisato se l'acido è in grado di bruciare la pelle.

(rif: http://it.news.yahoo.com/02112006/58-59/acido-misterioso-attacca-migliaia-banconote-in-germania.html)

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Germania, misterioso acido distrugge le banconote

Uno strano fenomeno, banconote in euro che si sbriciolano nelle mani dei proprietari, preoccupa da alcuni mesi le autorità monetarie e di polizia in Germania. Oltre mille banconote tra cinque e cento euro, con preferenza per i 50 euro, da giugno scorso in numerose città hanno cominciato a disfarsi subito dopo essere state prelevate da alcuni sportelli automatici.
Esperti in chimica ritengono che le banconote potrebbero essere state trattate con qualche sale di solfato che a contatto con un liquido, per esempio il sudore delle mani, si trasforma in acido solforico e provoca l'autodistruzione del denaro prima che il proprietario possa reagire

(rif: http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/acido-banconote/1.html)