martedì, settembre 27, 2005

Sangue e Usura

da il Giornale.it

«La mia ultima battaglia contro l’euro»
- di Redazione -

L’intervista inedita rilasciata al Giornale pochi giorni fa spiega la causa cui l’ex questore stava lavorando

La settimana scorsa «il Giornale» aveva intervistato Arrigo Molinari, in occasione dell'udienza presso il tribunale civile su due ricorsi da lui presentati contro Banca d'Italia e Banca centrale europea.

Ecco la testimonianza che stava per essere pubblicata.

Dica la verità, avvocato Molinari: anche lei ce l'ha con Fazio. Infierisce.

«Neanche per sogno. Io ce l'ho con la Banca d'Italia e con i suoi soci voraci banchieri privati».

Cos'hanno fatto di così terribile?

«Hanno divorato l'istituto centrale di Palazzo Koch, rendendolo non più arbitro e non più ente di diritto pubblico. Con un'anomalia tutta italiana».

Ai danni dei risparmiatori.

«...che adesso devono sapere esattamente come stanno le cose».

Ci aiuti a capire.

«Sta tutto scritto nei miei due ricorsi, riuniti ex articolo 700 del codice di procedura civile, contro la Banca d'Italia e la Banca centrale europea per la cosiddetta truffa del “Signoraggio“, consentita alle stesse fin dal 1992».

Ricordiamo chi era, allora, il ministro del Tesoro.

«Era un ministro sottile che ha permesso agli istituti di credito privati di impadronirsi del loro arbitro Bankitalia, e quindi di battere moneta e di prestarla allo Stato stesso con tasso di sconto a favore delle banche private».

Il “Signoraggio“ è questo?

«Il reddito da “Signoraggio“ a soggetti privati si fonda su una norma statutaria privata di una società di capitali, e quindi su un atto inidoneo e inefficace per la generalità, per cui i magistrati aditi dei tribunali di Genova, Savona e Imperia non troveranno alcun ostacolo derivante da un atto di legge. L'inesistenza di una disciplina normativa consente di accogliere i tre ricorsi senza problema di gerarchia di fonti».

Le conseguenze del “Signoraggio“?

«Rovinose per i cittadini, che si sono sempre fidati delle banche e di chi le doveva controllare».

Tutta colpa delle banche?

«Sarò più chiaro, la materia è complessa. Dunque: le banche centrali e quindi la Banca d'Italia, venuta meno la convertibilità in oro e la riserva aurea, non sono più proprietarie della moneta che emettono e su cui illecitamente e senza una normativa che glielo consente percepiscono interessi grazie al tasso di sconto, prestandolo al Tesoro».

Non si comportano bene...

«Per niente! Ora i cittadini risparmiatori sono costretti a far ricorso al tribunale per farsi restituire urgentemente il reddito da “Signoraggio“ alla collettività, a seguito dell'esproprio da parte delle banche private italiane che, con un colpo di mano, grazie a un sottile ministro che ha molte e gravi responsabilità, si sono impadronite della Banca d'Italia battendo poi moneta e togliendo la sovranità monetaria allo Stato che, inerte, dal 1992 a oggi ha consentito questa assurdità».

Un bel problema, non c'è che dire.

«Infatti. Ma voglio essere ancora più chiaro. L'emissione della moneta, attraverso il prestito, poteva ritenersi legittima quando la moneta era concepita come titolo di credito rappresentativo della Riserva e per ciò stesso convertibile in oro, a richiesta del portatore della banconota».

Poi, invece...

«Poi, cioè una volta abolita la convertibilità e la stessa Riserva anche nelle transazioni delle Banche centrali avvenuta con la fine degli accordi di Bretton Woods del 15 agosto 1971, la Banca di emissione cessa di essere proprietaria della moneta in quanto titolare della Riserva aurea».

Lei sostiene che Bankitalia si prende diritti che non può avere.

«Appunto. Prima Bankitalia, nella sua qualità di società commerciale, fino all'introduzione dell'euro in via esclusiva e successivamente a tale evento, quale promanazione nazionale della Banca centrale europea, si arroga arbitrariamente e illegalmente il diritto di percepire il reddito monetario derivante dalla differenza tra il valore nominale della moneta in circolazione, detratti i costi di produzione, in luogo dello Stato e dei cittadini italiani».

Un assurdo tutto italiano, secondo lei.

«Certamente. Sembra un assurdo, ma purtroppo è una realtà. L'euro, però, è dei cittadini italiani ed europei, e non, come sta avvenendo in Italia, della banca centrale e dei suoi soci banchieri privati».

Quasi tutto chiaro. Ma che si fa adesso?

«Farà tutto il tribunale. Dovrà chiarire se esiste una norma nazionale e/o comunitaria che consente alla Banca centrale europea, di cui le singole banche nazionali dei Paesi membri sono divenute articolazioni, di emettere denaro prestandolo e/o addebitandolo alla collettività. L'emissione va distinta dal prestito di denaro: la prima ha finalità di conio, il secondo presuppone la qualità di proprietario del bene, oggetto del prestito».

Lei, professore, ha fiducia?

«Certo. La magistratura dovrà dire basta!».




da repubblica.it

Ucciso a coltellate nella sua casa
l'ex questore di Genova Molinari

ANDORA (SAVONA) - E' stato trovato ucciso a coltellate l'ex questore di Genova Arrigo Molinari, 73 anni. Il corpo senza vita è stato trovato stamattina nella camera da letto della sua abitazione di Andora. Sul posto, oltre ai carabinieri della compagnia di Alassio, sono arrivati il procuratore capo Vincenzo Scolastico ed il suo vice Maria Chiara Paolucci.

Arrigo Molinari da qualche anno svolgeva l'attività legale e seguiva il figlio impegnato nell'attività di albergatore e di gestore del Bingo di Imperia. L'ex questore si era occupato in passato anche del suicidio del cantante Luigi Tenco, avvenuto a Sanremo nel '67.

Fu proprio Molinari il primo ad entrare nella stanza e ad occuparsi dell'inchiesta. La settimana scorsa, proprio da una sua denuncia, erano stati rinviati a giudizio 6 tra ex direttori e direttori di istituti bancari della Riviera di Ponente con l'accusa di usura. nota 1

(27-09-2005)
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la Repubblica "dimentica" di riportare notizie ben più recenti e importanti come questa:

dal sito Adusbef

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Legale chiede i danni alla Banca d’Italia (05/09/2005)
- di Redazione -
La Banca d’Italia è stata citata a giudizio per danni, presso il tribunale di Imperia, con provvedimento d’urgenza ex art. 700 «per non aver svolto un’ adeguata forma di vigilanza sulla Banca di Roma - sostiene nel ricorso l’ex questore e oggi avvocato Arrigo Molinari -, in quanto sua socia, in un precedente procedimento giudiziario».
L’udienza di discussione del ricorso, presentato da Molinari, è stata fissata per il prossimo 5 ottobre. La vicenda ha avuto inizio da una causa per anatocismo, la richiesta di interessi sugli interessi, che l’avvocato Molinari aveva presentato nel 2000 contro l’istituto di credito romano, a difesa della defunta moglie Maria Teresa Pallavicino e del padre di lei.
Molinari aveva chiesto un risarcimento, non ancora quantificato, contro la capitalizzazione trimestrale degli interessi dal 1934 a fine anni Novanta.
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approfondisci e cerca "questore Arrigo Molinari" in Rete...


lunedì, settembre 12, 2005

Debito pubblico, è record storico (ma ogni volta?) parte 4

abbiamo dimostrato che il debito pubblico è inarrestabile, senza sovranità monetaria da parte del popolo e indicavamo (PARTE 3), con il prossimo record, un possibile arrotondamento a 3MLN di MLD di vecchie lire...


vediamo i nuovi dati ufficiali:

da Repubblica.it
Nuovo record del debito pubblico
A giugno è arrivato a 1.542 miliardi

[n.d.w. lire 2.986.502.848.000.000 = 2,986 Milioni di Miliardi di lire]

ROMA - Nuovo record del debito pubblico, che in giugno è arrivato a 1.542,4 miliardi. In maggio era a 1.517,2 miliardi, con un incremento di 25,2 miliardi. E' quanto risulta dal Supplemento al bollettino statistico della Banca d'Italia.

Le entrate tributarie in luglio si sono attestate a 31,4 miliardi. Si tratta di 15 miliardi in meno rispetto al risultato di luglio 2004 (46,1 mld). Nei primi 7 mesi dell'anno le entrate si sono attestate comunque, secondo quanto riporta Bankitalia, a 183.642 milioni di euro. Si tratta di un risultato in linea con lo stesso periodo dell'anno scorso quando le entrate erano a quota 183.356 milioni di euro.
(2005-09-12 16:22:54)

mercoledì, settembre 07, 2005

Bankitalia, Fazio e il signoraggio...

L'Opinione Edizione 200 del 07-09-2005

Pressing su Bankitalia per convincere Fazio a lasciare
di Roberto Casalena

Il ministro dell’Economia, Siniscalco, che ha incassato anche il consenso di Berlusconi e di Bossi, gioca ancora la carta della moral suasion, prima di mettere il colpo in canna. Ed ha già annunciato che se Fazio non si dimetterà, attuerà “passi istituzionali” per indurlo alle dimissioni, cioè il pressing sul rappresentante del ministero dell’Economia in seno al Consiglio superiore di Bankitalia (Roberto Ulissi) per sollecitare una autoconvocazione da parte del consigliere anziano, Paolo Emilio Ferreri, il quale, però, deve prima riuscire a coagulare una maggioranza qualificata di consensi tra i 13 membri dell’organismo. Impresa non facile, in quanto i consiglieri sono tutti esponenti delle banche locali, scelti proprio da Fazio. Anzi, c’è il pericolo che si verifichi esattamente il contrario, e cioè che il Consiglio si possa riunire per riconfermare la fiducia al Governatore. E poi, c’è da sciogliere un nodo di non poco conto, quello di chi sarà il nuovo successore. E già, perché nel lotto dei possibili candidati, oltre ai nomi di Tommaso Padoa Schioppa, di Mario Monti, di Mario Draghi, ci sarebbe anche quello di Domenico Siniscalco. E su questo punto non c’è alcuna chiarezza da parte del governo né del Polo.
E sicuramente Fazio non sarebbe affatto intenzionato a lasciare il suo posto al ministro dell’Economia. Dunque, prima il governo dovrà scandire a chiare lettere quali dovrebbero esser i candidati o il candidato a sostituirlo, e poi sene riparlerà. D’altronde, il Governatore è stato coerente, almeno nella sua linea di difesa, proclamandosi non solo innocente, ma sereno per il suo operato corretto ed in linea con le regole di Bankitalia. E dunque, perché dovrebbe dimettersi? Solo perché alcune intercettazioni sono state diramate ai quattro venti o perché ha sbagliato? E dove? E chi lo ha stabilito? E allora, anche se umiliato dalle prese di posizione e dai giudizi della politica, Fazio resiste nella sua trincea, non volendo abdicare soltanto perché giornali e politici schierati hanno alzato i toni, fino a che il “caso” non è diventato un vero e proprio uragano che ha investito “Fort Knoch”. E’ vero che i magistrati stanno indagando, con tenacia, ma è anche vero che per ora non c’è alcuna condanna. E allora, questo dovrebbe essere il filo-pensiero del Governatore: perché dovrei autocondannarmi, quando ritengo di essere nel giusto? Forse, solo per giochi di potere? Fazio, come noto è molto religioso, e come tale dovrebbe essere probabilmente più morale di altri che con la religione hanno poco a che spartire. Di questo almeno bisogna prenderne atto.E chi apre la bocca a difesa delle istituzioni e del sistema, e chi chiede la testa di Fazio, sa almeno, che il nostro sistema bancario si regge sulla creazione di moneta fittizia, che ha reso ricche le banche? Ma nella riforma di Bankitalia e sul risparmio, non c’è una riga in tal senso. Come mai? Lo sanno i signori della politica che cos’è il “signoraggio”? Il “signoraggio” si configura come una vera e propria fonte di entrate che lo Stato trae dall’emissione della moneta, è un vantaggio finanziario annesso al potere di battere moneta. E la Costituzione italiana (art1) che “…la sovranità appartiene al popolo..”: la “sovranità” ha in dote anche il “signoraggio”? E ancora: oggi il 95% della circolazione della moneta è fittizia e solo il 5%è in moneta liquida. Ne consegue che c’è chi crea denaro liquido e chi se ne appropria. Infatti,la legge consente alle banche di emettere prestiti in rapporto di 1 a 10, tra capitale e prestiti raccolti presso i risparmiatori. Ma la cosa interessante è che la concessione di un prestito bancario coincide con l’emissione di moneta bancaria, esattamente come se si stampasse nuova moneta, ma in maniera ancora più facile e senza spese. In pratica si crea denaro dal nulla, con una semplice registrazione al computer, e ciò è reso possibile dal fatto che alla banca è stato concesso il potere di emettere crediti oltre la somma che possiede (cioè quelle versate in capitale e quelle raccolte dai risparmiatori). Così con ogni emissione di credito si ottiene un incremento netto di moneta bancaria emessa dalla banca, che risulta nel tempo sempre in crescita, e risulta pari al netto fra le somme pagate e quelle restituite. E banche e imprese vanno a braccetto nella crescita, e ciò ha creato un potere immenso nelle mani di pochi. E torniamo al potere. Chi vuole toglierlo a Fazio, e perché? Per ora accuse precise non ve ne sono, solo prese di posizioni, tutte mirate al fine di giustificare la credibilità dell’Italia. Ma evidentemente, il Governatore pretende accuse precise e non illazioni, pretende che qualcuno gli dica, se ha commesso errori, quali siano, e se questi cozzino con le regole di Bankitalia. Sui comportamenti, poi, chi non ha peccato lanci la prima pietra. E di peccati è lastricata l’Italia dei ben pensanti. Discorso chiuso, quindi? Sembrerebbe proprio di no, nonostante i siluri che hanno colpito, ormai quotidianamente Fazio, che però non si arrende, volendo prima far valere i diritti. E già, perché un conto sono le accuse, ed un altro è dimostrarle. Poi, se si tratta di coscienza, questo è un altro conto, ma ognuno ha la sua. E veniamo alle ultime mosse su Fazio giocate dal mondo politico. C’è chi ha interpretato l’uscita di Berlusconi come una pietra tombale per il Governator: “Ho già detto quello che dovevo dire, c’è stata una decisione del Consiglio dei ministri, c’è stato un emendamento alla legge sul risparmio, credo che ognuno debba trarre da questo le conclusioni secondo il proprio sentire e secondo la propria coscienza”. Berlusconi, semmai, ha ributtato la palla sul campo di Siniscalco, che a Cernobbio aveva sfiduciato Fazio, annunciando “passi istituzionali”. Ma anche Bossi ha aggiustato il tiro sul Governatore: “Parlano tutti troppo, chi deve parlare è Berlusconi, se non parla, Fazio resta al suo posto”. Ma questa volta non ci sono state minacce di barricate :”Berlusconi sa meglio cosa si dice in Europa, e bisogna tener conto anche di quello che pensa la gente, favorevole alle dimissioni”. E gli ha fatto eco Maroni: “Se Berlusconi ha detto che è una questione di coscienza ha fatto bene, vuol dire che non è una questione di governo. La posizione del governo è quella di venerdì, riforma senza chiedere dimissioni a Fazio”. Ma a rafforzare la linea di Siniscalco, sono scesi in campo anche Follini, e Francesco Storace, mentre nel centro-sinistra è ormai un coro di richieste per le dimissioni. Ma Fazio resiste nel bunker di palazzo Koch e si appresta a volare a Manchester, all’Ecofin, per fine settimana. Ci sarà un faccia a faccia con Siniscalco, o sarà solo un gelido incontro?