L'Opinione Edizione 200 del 07-09-2005
Pressing su Bankitalia per convincere Fazio a lasciare
di Roberto Casalena
Il ministro dell’Economia, Siniscalco, che ha incassato anche il consenso di Berlusconi e di Bossi, gioca ancora la carta della moral suasion, prima di mettere il colpo in canna. Ed ha già annunciato che se Fazio non si dimetterà, attuerà “passi istituzionali” per indurlo alle dimissioni, cioè il pressing sul rappresentante del ministero dell’Economia in seno al Consiglio superiore di Bankitalia (Roberto Ulissi) per sollecitare una autoconvocazione da parte del consigliere anziano, Paolo Emilio Ferreri, il quale, però, deve prima riuscire a coagulare una maggioranza qualificata di consensi tra i 13 membri dell’organismo. Impresa non facile, in quanto i consiglieri sono tutti esponenti delle banche locali, scelti proprio da Fazio. Anzi, c’è il pericolo che si verifichi esattamente il contrario, e cioè che il Consiglio si possa riunire per riconfermare la fiducia al Governatore. E poi, c’è da sciogliere un nodo di non poco conto, quello di chi sarà il nuovo successore. E già, perché nel lotto dei possibili candidati, oltre ai nomi di Tommaso Padoa Schioppa, di Mario Monti, di Mario Draghi, ci sarebbe anche quello di Domenico Siniscalco. E su questo punto non c’è alcuna chiarezza da parte del governo né del Polo.
E sicuramente Fazio non sarebbe affatto intenzionato a lasciare il suo posto al ministro dell’Economia. Dunque, prima il governo dovrà scandire a chiare lettere quali dovrebbero esser i candidati o il candidato a sostituirlo, e poi sene riparlerà. D’altronde, il Governatore è stato coerente, almeno nella sua linea di difesa, proclamandosi non solo innocente, ma sereno per il suo operato corretto ed in linea con le regole di Bankitalia. E dunque, perché dovrebbe dimettersi? Solo perché alcune intercettazioni sono state diramate ai quattro venti o perché ha sbagliato? E dove? E chi lo ha stabilito? E allora, anche se umiliato dalle prese di posizione e dai giudizi della politica, Fazio resiste nella sua trincea, non volendo abdicare soltanto perché giornali e politici schierati hanno alzato i toni, fino a che il “caso” non è diventato un vero e proprio uragano che ha investito “Fort Knoch”. E’ vero che i magistrati stanno indagando, con tenacia, ma è anche vero che per ora non c’è alcuna condanna. E allora, questo dovrebbe essere il filo-pensiero del Governatore: perché dovrei autocondannarmi, quando ritengo di essere nel giusto? Forse, solo per giochi di potere? Fazio, come noto è molto religioso, e come tale dovrebbe essere probabilmente più morale di altri che con la religione hanno poco a che spartire. Di questo almeno bisogna prenderne atto.E chi apre la bocca a difesa delle istituzioni e del sistema, e chi chiede la testa di Fazio, sa almeno, che il nostro sistema bancario si regge sulla creazione di moneta fittizia, che ha reso ricche le banche? Ma nella riforma di Bankitalia e sul risparmio, non c’è una riga in tal senso. Come mai? Lo sanno i signori della politica che cos’è il “signoraggio”? Il “signoraggio” si configura come una vera e propria fonte di entrate che lo Stato trae dall’emissione della moneta, è un vantaggio finanziario annesso al potere di battere moneta. E la Costituzione italiana (art1) che “…la sovranità appartiene al popolo..”: la “sovranità” ha in dote anche il “signoraggio”? E ancora: oggi il 95% della circolazione della moneta è fittizia e solo il 5%è in moneta liquida. Ne consegue che c’è chi crea denaro liquido e chi se ne appropria. Infatti,la legge consente alle banche di emettere prestiti in rapporto di 1 a 10, tra capitale e prestiti raccolti presso i risparmiatori. Ma la cosa interessante è che la concessione di un prestito bancario coincide con l’emissione di moneta bancaria, esattamente come se si stampasse nuova moneta, ma in maniera ancora più facile e senza spese. In pratica si crea denaro dal nulla, con una semplice registrazione al computer, e ciò è reso possibile dal fatto che alla banca è stato concesso il potere di emettere crediti oltre la somma che possiede (cioè quelle versate in capitale e quelle raccolte dai risparmiatori). Così con ogni emissione di credito si ottiene un incremento netto di moneta bancaria emessa dalla banca, che risulta nel tempo sempre in crescita, e risulta pari al netto fra le somme pagate e quelle restituite. E banche e imprese vanno a braccetto nella crescita, e ciò ha creato un potere immenso nelle mani di pochi. E torniamo al potere. Chi vuole toglierlo a Fazio, e perché? Per ora accuse precise non ve ne sono, solo prese di posizioni, tutte mirate al fine di giustificare la credibilità dell’Italia. Ma evidentemente, il Governatore pretende accuse precise e non illazioni, pretende che qualcuno gli dica, se ha commesso errori, quali siano, e se questi cozzino con le regole di Bankitalia. Sui comportamenti, poi, chi non ha peccato lanci la prima pietra. E di peccati è lastricata l’Italia dei ben pensanti. Discorso chiuso, quindi? Sembrerebbe proprio di no, nonostante i siluri che hanno colpito, ormai quotidianamente Fazio, che però non si arrende, volendo prima far valere i diritti. E già, perché un conto sono le accuse, ed un altro è dimostrarle. Poi, se si tratta di coscienza, questo è un altro conto, ma ognuno ha la sua. E veniamo alle ultime mosse su Fazio giocate dal mondo politico. C’è chi ha interpretato l’uscita di Berlusconi come una pietra tombale per il Governator: “Ho già detto quello che dovevo dire, c’è stata una decisione del Consiglio dei ministri, c’è stato un emendamento alla legge sul risparmio, credo che ognuno debba trarre da questo le conclusioni secondo il proprio sentire e secondo la propria coscienza”. Berlusconi, semmai, ha ributtato la palla sul campo di Siniscalco, che a Cernobbio aveva sfiduciato Fazio, annunciando “passi istituzionali”. Ma anche Bossi ha aggiustato il tiro sul Governatore: “Parlano tutti troppo, chi deve parlare è Berlusconi, se non parla, Fazio resta al suo posto”. Ma questa volta non ci sono state minacce di barricate :”Berlusconi sa meglio cosa si dice in Europa, e bisogna tener conto anche di quello che pensa la gente, favorevole alle dimissioni”. E gli ha fatto eco Maroni: “Se Berlusconi ha detto che è una questione di coscienza ha fatto bene, vuol dire che non è una questione di governo. La posizione del governo è quella di venerdì, riforma senza chiedere dimissioni a Fazio”. Ma a rafforzare la linea di Siniscalco, sono scesi in campo anche Follini, e Francesco Storace, mentre nel centro-sinistra è ormai un coro di richieste per le dimissioni. Ma Fazio resiste nel bunker di palazzo Koch e si appresta a volare a Manchester, all’Ecofin, per fine settimana. Ci sarà un faccia a faccia con Siniscalco, o sarà solo un gelido incontro?