mercoledì, gennaio 17, 2007

Ma la BCE puo' comandare sui suoi comandanti? Ovviamente no!

In un anno la Banca centrale europea ha alzato il costo del denaro dal 2,25 al 3,5%. Nessuno l’ha seguita. Malgrado il decreto Bersani

Le banche? Snobbano la Bce

Fermi i tassi sui conti, su quelli sul rosso. Ma non è un vizio italiano: in tutta Europa rendimenti al palo

LA SCHEDA

Adeguare i tassi alle variazioni della Banca centrale europea, alzando le retribuzioni dei conti correnti? Macché, per le banche resta una missione impossibile e per i risparmiatori un miraggio. Piuttosto, vengono alzati i tassi per chi va in rosso: l’ha fatto un istituto su due del nostro panel, in un anno. Resta la magra consolazione che le banche di Internet, invece, i rendimenti li hanno alzati di pari passo con la Bce: in un anno, dal 2,4% al 3,5% We@bank, dal 2,25% al 3,25% FinecoBank e dal 2,5% al 3,5% IwBank. Nel 2006 la Banca centrale europea ha aumentato il costo del denaro cinque volte, dal 2,25% di gennaio al 3,5% di dicembre. Ebbene, dai prospetti Abi-Pattichiari risulta che, fra il febbraio 2006 e questo mese, solo una delle otto banche monitorate da CorrierEconomia (vedi tabella) ha alzato il tasso attivo sul conto per famiglie: la Bpm di Roberto Mazzotta, che ha portato il suo Flexiconto dall’1% all’ 1,5%.

Non è il punto e un quarto della Bce, ma è qualcosa. Le altre non hanno toccato il tasso attivo, il Sanpaolo l’ha addirittura tagliato dell’80% introducendo il nuovo Contutto (0,10% contro lo 0,5% del vecchio Multibenefit 1). Ma non basta. Non solo i correntisti non hanno guadagnato, ci hanno anche perso. In interessi passivi. Il tasso passivo lordo massimo extra fido è passato, fra il febbraio 2006 e questo mese, dal 15,09% al 15,42% nel conto Genius Family di Unicredit Banca; dal 10,65% all’ 11,19% nel conto Per Te Family di Bnl; dal 14,75% al 15,03% in Flexiconto di Bpm; e dal 14,75% al 15,31% in BluLight Family della Banca di Roma. Niente male, se si pensa che la legge Bersani del 4 agosto 2006, la 248, obbliga le banche a modificare i tassi contestualmente, con le variazioni Bce: se salgono i passivi, devono crescere anche gli attivi. Chi trasgredisce è punito con molte progressive, fino alla chiusura degli sportelli, da Bankitalia. La Bnl fa notare che ha alzato il tasso passivo «dopo il decreto Bersani, e comunque resta il più basso ». Bpm, come si è detto, ha alzato anche il tasso attivo, quindi è in regola. Unicredit e Banca di Roma invece risultano avere aumentato gli interessi sullo scoperto fra settembre e oggi, quindi dopo la nuova legge. «Le condizioni a prospetto sono i minimi e i massimi — dice Rodolfo Ortolani, vicedirettore generale di Unicredit Banca —. Per i singoli clienti è diverso, variamo i tassi attivi e passivi nella stessa misura. È una nostra regola, del resto proprio noi abbiamo alimentato il decreto Bersani. Inoltre sugli strumenti di deposito, come i certificati e i pronti termine, i nostri tassi variano con quelli Bce». «La legge Bersani riguarda i rapporti in essere, il nostro aumento è scattato il 3 novembre e vale solo per i nuovi clienti», spiega invece Massimo Macchitella, responsabile Family della banca di Roma. «Resta un’elusione di un obbligo di legge — dice però Elio Lannutti, presidente Adusbef —.

Mi stupisco che il governo non intervenga ». L’Adusbef stima in 1,2 miliardi i minori interessi pagati dalle banche, da agosto a dicembre, per mancato adeguamento ai tassi Bce. Ha chiesto al ministro dell’Economia, Tommaso Padoa- Schioppa, di convocare il Cicr, il Comitato interministeriale credito il risparmio; e ha invitato i correntisti a inviare una lettera di messa in mora alle banche che non hanno adeguato i tassi. A triste consolazione, si può dire che all’estero le cose non vanno diversamente. Le banche straniere, che hanno costi in genere più bassi delle nostre (ma anche i rendimenti), all’adeguamento Bce non pensano. La spagnola Bbva non ha variato i tassi del suo Conto Bbva, e lo stesso la tedesca Deutsche Bank con dbAktivKonto e l’austriaca Hypo Alpe Adria Bank con Inklusivkonto. La francese Bnp Paribas, socia di Bnl, ha lasciato fermo il rendimento (0%) e alzato il tasso passivo del suo Esprit Libre (dal 14,4% al 15,3%). L’olandese Abn Amro, socia di Antonveneta, è l’unica che si distingue anche se per poco, visto che ha alzato il tasso attivo nel 2006 dei conti tradizionali di 15 punti base, dal 2,6% al 2,75%. All’estero sono cresciuti però i rendimenti dei libretti di risparmio: è importante, perché negli altri Paesi il conto corrente rende zero, è il libretto lo strumento di risparmio. «In Germania sono arrivati al 4%, qui sono fermi all’1%», dice Gianni Colangelo che a Bruxelles rappresenta gli utenti bancari italiani presso il Financial Services Consumer Group. «E in Austria sono stati legati agli indici Bce», dicono in Hypo Alpe Adria Bank. Perché? «Sull’onda della richiesta delle associazioni dei consumatori».

Alessandra Puato

15 gennaio 2007