giovedì, aprile 27, 2006

Signoraggio de còre!

da: repubblica.it
Il governo elvetico voleva sopprimerla perché antieconomica
"La gente la vede con affetto, non possiamo eliminarla"

Svizzera, abolito il centesimo
proteste salvano la moneta da 5



La Svizzera ha abolito
le monete da 1 centesimo

BERNA - Giù le mani dai 5 centesimi. Davanti alle proteste dei cittadini il ministro delle Finanze elvetico, Hans-Rudolf Merz, ha rinuncia ad abolire le monete da cinque centesimi. Una proposta che, appena resa nota, aveva scatenato l'ira delle associazioni dei consumatori, dei dettaglianti e delle piccole e medie imprese. E così l'abolizione riguarderà soltanto la moneta di rame da un centesimo.

I costi per la fabbricazione della moneta da cinque centesimi sono superiori al suo effettivo valore, "ma la gente vi è affezionata", ha osservato il ministro elvetico. Inoltre c'è il pericolo che i commercianti arrotondino in alto, facendo aumentare l'inflazione dello 0,2%.

Il ministro delle finanze sperava di ottenere risparmi per circa 300mila franchi, ma alla luce della nuova decisione lo sgravio sulle casse pubbliche sarà solo di 70mila franchi. La produzione della moneta di un centesimo costa attualmente 12 centesimi, mentre quella di cinque ne costa sei. L'ultima moneta annullata era stata quella di due centesimi, abolita nel 1978.

(26 febbraio 2006)


poi dicono che Rothschild tiene le cose nascoste! più chiaro di così!
E' il popolino che è proprio fesso!

Il signoraggio sulle monete è in questo caso negativo, raro caso ed è dovuto naturalmente al basso valore nominale della monetina in questione.
Approfondimenti qui:
http://www.mclink.it/personal/MC0823/signoraggio_centesimidicartastraccia.html

lunedì, aprile 24, 2006

Ecuador - Italia: 1 - 0

da http://www.ecn.org/reds/etnica/indiosecuador/ecuador0001comunicati.html


Comunicati del Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador
che riunisce riunisce oltre ai rappresentanti delle comunità indie, anche quelli di lavoratori, soldati, studenti, durante la rivolta di gennaio. Dal Comitato internazionalista Arco Iris. Gennaio 2000.

Il Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador riunisce oltre ai rappresentanti delle comunità indie, anche quelli di lavoratori, soldati, studenti.

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Alle organizzazioni di tutte le nazioni del mondo

Quito, 16 gennaio 2000

Fratelli e sorelle,

Il Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador, costituito democraticamente con la partecipazione di 21 Parlamenti di Provincia, innumerevoli Parlamenti Comunali, Cantonali e di Quartiere ha assunto direttamente l'esercizio della sovranità nazionale per salvare la Repubblica dell'Ecuador dalla dissoluzione nazionale avviata con la decisione del presidente Jamil Mahuad di rinunciare alla sovranità monetaria annunciando la sostituzione del "Sucre", il nostro storico simbolo monetario, con il dollaro.
La decisione di dollarizzare l'economia è l'ultimo colpo contro l'economia del popolo e il sistema produttivo del paese che Mahuad assesta con il proposito sinistro di proteggere una bancocrazia corrotta e in fallimento per trasformare l'Ecuador in un enclave della speculazione finanziaria e del lavaggio del denaro sporco.
La dollarizzazione implica la distruzione del sistema produttivo, la rovina dell'industria e la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, l'espropriazione progressiva dei piccoli appezzamenti di terra degli indigeni e dei contadini del paese.
Questo schema coloniale è inapplicabile perchè l'entrata di valuta straniera rappresenta appena il 15% del Prodotto Interno Lordo (PIL), per cui l'ossessione di Mahuad porta al soffocamento della produzione locale.
In seguito a una successione di rivolte indigene, scioperi dei contadini e di lavoratori in generale, nessuna delle loro legittime aspirazioni sono state accolte, si sono invece intensificati i programmi di privatizzazione dell'industria petrolifera, della sicurezza sociale, delle comunicazioni e dell'elettricità e il loro orientamento verso la distruzione dei diretti degli indigeni, dei contadini e dei lavoratori. Sono stati congelati i depositi bancari ed è stata proposto il loro rimborso fra 10 anni, mentre sono stati destinati migliaia di milioni di dollari alla pirateria delle banche.
In questa situazione il Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador ha convocato un Incontro Nazionale in Difesa della Sovranità, per sostituire Mahuad e i poteri legislativi e giudiziari e restituire l'esercizio sovrano del potere al popolo per fondare uno Stato plurinazionale che elimini definitivamente l'oppressione secolare che pesa sulla maggioranza indigena della popolazione.

Il Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador convoca tutte le organizzazioni dei popoli del mondo e tutti i cittadini a fraternizzare e a difendere con l'azione il diritto legittimo dei popoli dell'Ecuador a esercitare direttamente la loro sovranità, richiedendo alla forza pubblica dell'Ecuador di rispettare tale esercizio di sovranità popolare e di non reprimere le manifestazioni pacifiche di milioni di ecuatoriani e di subordinarsi invece alla sovranità legittima che risiede nel popolo.

Allo stesso modo vi esortiamo a riconoscere la piena legittimità al Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador e a richiedere ai vostri governi un suo immediato riconoscimento.
La patria fiorirà per tutti e tutte.


Antonio Vargas
(Presidente del Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador)


Per favore inviare vostri messaggi a:

Parlamento de los Pueblos del Ecuador
E-MAIL: mlarrea@24horas.com

Comandancia General de las Fuerzas Armadas
E-MAIL: comacosa@uio.satnet.net

Comandancia General de la Policía
TELEFAX: 506066

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Ufficio # 001 PNPE-2000

Fratelli,
Comandante generale delle Forze Armate,
Comandante generale della Polizia Nazionale,

Il Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador, venuto a conoscenza del "Messaggio alla Nazione" pubblicato sulla stampa del paese sabato 15 gennaio 2000, comunica alle forze pubbliche del paese
Che nonostante le azioni di protesta che si svolgono attualmente in tutto il paese non vi sono episodi di violenza e che il Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador ha emanato disposizioni chiare e precise a tutto il popolo affinché tali azioni si compiano pacificamente; per cui, com'è caratteristica del popolo ecuadoreño, nessun atto che si eseguirà secondo tali istruzioni implicherà vandalismi e attentati alla vita delle persone, alla proprietà pubblica e privata, e saranno garantiti l'ordine e la pace.
Il Parlamento dichiara che in nessuna delle sue azioni sarà una minaccia all'integrità fisica dei soldati indipendentemente dalla loro gerarchia, nè contro alcun membro della polizia.
Nel ratificare la natura pacifica con cui si compie l'incontro "Per la Difesa della Sovranità del Paese", il Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador esorta le istituzioni che integrano la forza pubblica affinché depongano ogni atteggiamento violento e repressivo e si responsabilizzino della sicurezza e integrità della vita delle persone che partecipano a queste azioni.
In base ai principi universali del diritto che stabiliscono che la sovranità appartiene al popolo, che la sua volontà è la base dell'autorità, principi garantiti dalla Costituzione, il Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador sottolinea che la responsabilità della forza pubblica è compiere la sua missione fondamentale: la conservazione della Sovranità Nazionale, l'integrità e l'indipendenza dello Stato.

Come sapete Jamil Mahuad ha rinunciato alla sovranità monetaria che include la rinuncia alla sovranità nazionale, in violazione dell'ordinamento giuridico dello Stato e minacciandone la sicurezza stessa.

Per queste ragioni, il Parlamento dei Popoli dell'Euador ha disposto con il Decreto #005 del 14 gennaio 2000, la sua denuncia per alto tradimento della Patria.

La Costituzione del Parlamento dei Popoli dell'Ecuador, è l'espressione dell'esigenza del popolo ecuadoreño di conservare la Sovranità Nazionale e mantenere l'integrità dello stato davanti alle pretese della sua dissoluzione.

In questi momenti della storia, la forza pubblica ha il dovere di onorare le alte tradizioni della Repubblica, garantendo pienamente la sovranità del paese e impedire qualsiasi conflitto fratricida.

Attentamente,
La Patria fiorirà per tutti e tutte.

Antonio Vargas
Presidente del Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador

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Trascrizione del Decreto No. 005

CONSIDERANDO,

Che il Dr. Jamil Mahuad ha dato disposizioni per la "dollarizzazione" del sistema monetario del paese,

Che questo fatto costituisce una rinuncia della sovranità nazionale, che minaccia la maggioranza della popolazione ecuadoreña, l'integrità economica del paese e la sicurezza dello Stato,

Che la dollarizzazione proposta dal Dr. Jamil Mahuad viola l'articolo 246 della Costituzione che stabilisce che la moneta nazionale è il Sucre, il cui cambio con altre monete sarà fissato dalla Banca Centrale,

Che la dollarizzazione protegge gli interessi delle banche, dell'oligarchia e della bancocrazia, speculatori del denaro, e minaccia di causare danni irreparabili al sistema produttivo del paese e a tutto il popolo ecuadoreño,

DECRETA,

Art.1 Disporre la denuncia politica, penale e civile del Dr. Jamil Mahuad Witt per il delitto contro la sicurezza dello Stato, che costituisce tradimento alla patria perchè pretende che il paese, con la dollarizzazione, rinunci alla sua sovranità monetaria e delegittimi il Sucre come moneta nazionale, aggravando la situazione della maggioranza della popolazione ecuadoreña.


Dato e firmato nella città di San Francisco di Quito, Distretto Metropolitano, nella riunione plenaria del Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador, il 14 del mese di gennaio del 2000.



ANTONIO VARGAS, Presidente
MANUEL CASTRO, Segretario



Purtroppo la storia poi prosegue su altri binari.
Destituito il presidente traditore il popolo prende il potere ma..
[continua..]

giovedì, aprile 20, 2006

Torna Padoa-Schioppa, un altra tessera del puzzle di IGB©

da yahoo news


MILANO (Reuters) - Tommaso Padoa-Schioppa ha accettato di diventare il ministro dell'Economia del nuovo governo Prodi, secondo quanto riporta stamane La Repubblica.

"Il Grande Tecnico, fino all'anno scorso membro del board della Bce, ha detto sì", si legge nel quotidiano.

Circa le richieste dei due maggiori partiti, Margherita e Ds, per ministeri economici il quotidiano scrive che "politici di esperienza da affiancare a Padoa-Schioppa nella gestione dell'economia sono portanti nel ragionamento prodiano per cui il risanamento dei conti pubblici deve avvenire insieme al rilancio economico".

La presenza di Padoa-Schioppa diventa centrale, scrive il quotidiano, per la volontà dichiarata di Prodi di "fare un bel governo, un governo forte con un programma che attueremo sul serio".


argomenti correlati:
Tutti gli uomini de Il Grasso Bankiere©

lunedì, aprile 10, 2006

Caso Fiorani-Fazio-Bankitalia: indagato Grillo!

da repubblica.it
Il politico, chiamato in causa da Fiorani, avrebbe avuto
un ruolo di "lobbysmo puro" nella scalata ad Antonveneta

Bpi, indagato il senatore Grillo (Fi)
l'ipotesi è concorso in aggiotaggio

MILANO- Il senatore Luigi Grillo risulta iscritto nel registro degli indagati della Procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta sulla scalata ad Antonveneta. Per lui l'ipotesi di reato è concorso in aggiotaggio. Il nome di Grillo, senatore di Forza Italia, era ricorso nei verbali degli interrogatori resi nei mesi scorsi dall'ex ad di Bpi Gianpiero Fiorani e dell'ex dg Gianfranco Boni, che ieiri hanno ottenuto gli arresti domiciliari dopo quasi quattro mesi di carcere.

Secondo dichiarazioni di Fiorani, Grillo aveva un ruolo di "lobbysmo puro" perché con le sue frequentazioni politiche nazionali aveva tentato di appoggiare "un grande progetto industriale di importanza nazionale". Grillo, inoltre, venne messo subito a conoscenza, nella notte tra l'11 e il 12 di luglio dell'autorizzazione data dall'allora governatore di Bankitalia Antonio Fazio, all'opa su Antonveneta. La notizia dell'iscrizione all'albo degli indagati ha raggiunto il senatore Grillo a Genova. "Ma quale aggiotaggio - ha detto - ho investito solo poche migliaia di euro". Il senatore, che si trova nella sede di Forza Italia in attesa di conoscere le prime proiezioni dei risultati elettorali, si è riservato di commentare la notizia in maniera più approfondita non appena avrà chiarito i termini del suo coinvolgimento nell' inchiesta. "Ancora oggi sono fermamente convinto della bontà del progetto industriale della Banca Antonveneta: creare una grande banca italiana nel nord est aveva una sua validità". Luigi Grillo continua a difendere il progetto Antonveneta, dopo aver appreso di essere indagato per concorso in aggiotaggio dalla Procura di Milano.

"Sono sereno - ha commentato - ritengo di non aver fatto nulla di illegale, come ho più volte dichiarato. Non credo di aver mai compiuto speculazioni sulla banca in questione".
Grillo definisce una strumentalizzazione politica la sua iscrizione nel registro degli indagati. "Sono amareggiato. Siamo ancora una volta di fronte a una strumentalizzazione a fini politici, dal momento che nessuno ha mai notificato a me direttamente la notizia della mia iscrizione nel registro degli indagati che ho appreso dalle agenzie di stampa".
Grillo ha ricordato che da mesi viene indicato come uno dei registi della scalata ad Antonveneta. "Da tempo vengo disegnato come il regista - ha osservato - sono voci fuori dalla realtà e ora sono curioso di andare a vedere le carte per capire nel merito di che cosa sono accusato. Ho ripetuto più volte di essere stato convinto di investire in quel progetto, il resto sono soltanto maldicenze". E su Fiorani, Grillo dichiara: "Quando era amministratore della Banca lo ritenevo un ottimo banchiere".

(10 aprile 2006)

sabato, aprile 08, 2006

I dubbi di Prodi sulla sovranità monetaria

da corriere.it

Il Professore: solo una bufala

Il Cavaliere ammazza i Comuni
«Non partecipo a una gara a chi le spara più grosse» La squadra prodiana: Silvio vuol chiudere gli ospedali?

ROMA—Se quello dell’abolizione dell’Ici doveva essere nelle intenzioni berlusconiane il colpo del kappaò, Romano Prodi l’ha incassato bene. Almeno all’apparenza. Alle 11 di sera, nel buio del cortile Rai di via Teulada, il capo dell’Unione ha la faccia di chi, per la seconda volta, si sente vincitore morale del duello tivù. «Se sono soddisfatto? Beh, vorrei anche vedere... », risponde con sorriso largo. Ha voglia di andarsene, il Professore, i suoi lo aspettano nel quartier generale di piazza Santi Apostoli.

Tutto è pronto per l’ennesimo brindisi. Ma prima c’è da capire che effetto ha avuto l’affondo berlusconiano sull’Ici. Prodi cambia e s p r e s s i o n e , stringe gli occhi e sibila: «Mah, giudicate voi. Vorrei solo sentire il parere di alcuni sindaci della Casa delle Libertà. Non partecipo alla gara a chi la spara più grossa, del tipo "cancello l’Ire e, già che ci sono, l’Iva". Gli italiani meritano più serietà e considerazione ». Poi ironizza: «Forse stamperà cartamoneta ». E tornando a piedi verso casa con i collaboratori, si ferma in una gelateria e offre il gelato a tutti.

Strana atmosfera attorno al capo dell’Unione. Un mix di soddisfazione e incredulità. Soddisfazione per l’andamento complessivo del dibattito: «È andata alla grande anche stavolta — è il commento dei suoi —: abbiamo nettamente prevalso ai punti». Incredulità per l’annuncio in zona Cesarini del Cavaliere: «È una bufala. Poveri Comuni, dopo aver subìto drastici tagli in questi 5 anni, ora rischiano la morte finanziaria. Ma che pensa Berlusconi? Di chiudere gli ospedali?».

Che l’affondo del premier abbia però lasciato il segno, non c’è dubbio. Così com’è certo che da qui al 9 aprile Prodi e i suoi dovranno rimodulare la loro strategia. Il dilemma sarà: fingere di ignorare la promessa berlusconiana o tentare invece, cifre alla mano, di smantellarla? La tesi dei prodiani, ma non si s quanto convinta, è che si sia trattato solo di una boutade. E il commento nella notte di Giuliano Ferrara, secondo il quale «l’annuncio del premier ha lasciato tutti nello sconcerto, anche i berluscones », alimenta la speranza prodiana.

Notte di nervi tesi. Gara sul filo del rasoio. Il duello tra i due sfidanti inizia fuori dagli studi Rai. Una quindicina di sostenitori del capo dell’Unione accoglie a suon di fischi l’arrivo di Berlusconi, sventolando uno striscione con la scritta «Prodi sei il nostro futuro». Solo due i tifosi del premier e le loro grida si perdono nel traffico di via Teulada. Si parte puntuali. Lo staff del Professore occupa posti strategici: il portavoce Silvio Sircana è in studio con il collega berlusconiano Paolo Bonaiuti. Il capo ufficio stampa, Sandra Zampa, si colloca nella saletta a 7 schermi con Rodolfo Brancoli. Al secondo piano ci sono il consigliere politico Levi, la segretaria Flamigni e il tesoriere Rovati. Prodi sembra rilassato.

Gli chiedono della pena di morte e cita il Vangelo. Parla d’amore e di felicità. E risponde morbido quando gli ricordano l’accusa di «delinquenza politica » rivolta giorni fa ai suoi avversari. «È totalmente a suo agio» commentano i suoi, tirati come elastici. Berlusconi ci mette una buona mezz’ora per inventarsi il primo sorriso. Soffre quando Prodi lo accusa di non avere argomenti per difendere l’operato del suo governo. Insiste con la storia dei comunisti.

«Berlusconi è di cera, Prodi è di carne», sentenzia il gruppo d’ascolto delle donne dell’Unione (Melandri, Bindi e militanti ds). E quando il premier, alla domanda su come pensa di coprire finanziariamente le promesse elettorali, dice al suo avversario «te lo spiego in privato », una risata attraversa lo staff prodiano. Poi l’aria cambia. Succede quando il capo dell’Unione, citando lo scrittore Bernard Shaw in risposta alla teoria di cifre sparate dal Cavaliere, tira fuori la storia dell’ubriaco che «si attacca al lampione non per farsi illuminare maper farsi sostenere». È come una scarica elettrica per Berlusconi. Che insorge, contrattacca. Fino alla stoccata sull’Ici. Notte da decifrare. Negli uffici prodiani cantano l’inno di Forza Italia. E sembrano contenti.

Francesco Alberti
04 aprile 2006

venerdì, aprile 07, 2006

Quanto vale un euro?

QUANTO VALE UN EURO?
Come trasformare un’arguta conversazione tra volontari romani in una piccola lezione di matematica etica.
di Ugo Montanari

Una "pittoresca" usanza dei watoto (bambini) della valle dello Yovi consiste nel trasportare mattoni dai forni artigianali dove vengono cotti al luogo dove servono per costruire le case. Questa attività permette loro di ottenere un po’ di soldini per comprarsi i biscotti: per ogni mattone portato ricevono 5 scellini e, poiché un pacchetto di 6 biscotti costa 50 scellini, con 10 mattoni è concluso l’affare. I bambini più grandicelli (7-10 anni) portano 5 mattoni per volta, mentre i più piccoli ne portano 3... Tutti rigorosamente sulla testa. Ogni mattone pesa 3 chili o poco più. Partendo da questo fatto abbiamo eseguito un calcolo interessante, che ci permette di stabilire una definizione del valore dell’euro in modo decisamente diverso da quanto fanno gli economisti e gli esperti di varia natura che infestano la nostra esistenza. Un euro vale 1350 scellini; quindi per accumulare un euro un bimbetto della valle deve trasportare 270 mattoni (1350:5 = 270) per un peso totale di un po’ più di 8 quintali (270x3 = 810). Se consideriamo che il forno con annesso deposito di mattoni dista circa 500 metri dall’abitazione, un bimbetto che porti 3 mattoni per volta deve fare 90 viaggi di andata e ritorno (270:3 = 90), cioè 90 chilometri (90x0,5x2 = 90). Da qui la definizione: l’euro è quella moneta il cui valore unitario equivale alla fatica di un bambino africano di 5 anni (il cui peso è sì e no 12-15 chili) che trasporta 810 chilogrammi di mattoni percorrendo complessivamente 90 kilometri, di cui 45 con 9 chili sulla testa.