venerdì, marzo 31, 2006

Ancora un giornale che denuncia il signoraggio.. ma il popolo-bue dorme!

da Il Giornale.it
n. 76 del 31-03-06 pagina 38

Quei diritti d’autore che paghiamo sull’euro
di Paolo Granzotto

Caro Granzotto, ci apprestiamo a festeggiare i cinque anni della moneta unica, introdotta il 28 febbraio del 2001. Quando il governo Prodi ce la impose facendoci pagare anche l’eurotassa, molti di noi e io compreso eravamo convinti che l’euro avrebbe sistemato quasi tutti i guai dell’Italia facendoci forse non più ricchi ma più stabili e con i conti più in ordine anche perché c’erano i famosi parametri di Maastricht da rispettare. Purtroppo i fatti hanno smentito i nostri entusiasmi. L’euro ha comportato un aumento dei prezzi in ogni nazione dove circola e ora si dice che forse sbagliammo a fissare il cambio lira-euro. Ciò mi ha fatto pensare che abboccammo all’amo di Romano Prodi senza chiederci cosa fosse, come venisse valutato e che caratteristiche avesse la moneta unica. La quale resta per noi un mistero anche se la maneggiamo tutti i giorni. Lei potrebbe spiegarmelo, anche se ormai è troppo tardi e non si può fare marcia indietro?

Mai dire mai, caro Ferrarin. L’euro è una convenzione, un accordo, non un giuramento di sangue. Come se ne decise il tasso di conversione - quel dannatissimo 1936,27 lire per un euro - è storia abbastanza nota e sufficientemente complicata: fu innanzi tutto stabilito che la moneta unica avesse lo stesso valore dell’ecu (acronimo per European Currency Unit), unità di conto risultante dalla media delle valute dell’Ue a ciascuna delle quali era attribuita un quota in relazione al peso economico. Essendo il «paniere» soggetto alle oscillazioni dei cambi, al momento opportuno fu adottato l’indice espresso il 31 dicembre del 1998 (a mercato mondiale praticamente fermo), come tasso di conversione - fisso e immutabile - dell’euro. Un po’ una roulette: c’è a chi è andata bene e c’è a chi è andata male. A noi poteva andar meglio. Proprietaria degli euri è la Banca centrale europea che li dà a prestito a un tasso di sconto attualmente del 2,5 per cento. In sostanza avviene questo: per ottenere un miliardo di euri l’Italia deve emettere Obbligazioni per la medesima cifra e depositarle presso la Banca europea la quale, tenendole in pegno, a quel punto accorda il prestito di un miliardo, alleggerito del 2,5 per cento. Si chiama, quello esercitato della Bce, diritto di signoraggio: essa stampa le banconote e le «affitta» a una cifra superiore a quella nominale. In sostanza, per diritto di signoraggio i cento euri che maneggiamo ci sono costati 102,47 euri (valore nominale più 2,5 euri di tasso meno 3 centesimi di costi vivi, carta e stampa). Provi a immaginarsi, caro Ferrarin, il «circolante» degli 11 Paesi aderenti alla moneta unica (quello italiano si aggira sui 90 miliardi di euri) e avrà una idea di quale gigantesco malloppo frutti - a che titolo? - alla Bce quel 2,5 per cento.
La Banca europea, proprietaria della moneta unica, è di fatto una banca privata, senza nessun rapporto con gli organi comunitari, con la Commissione europea o l’Europarlamento. Una pura e semplice azienda che ha per azionisti le banche centrali (a loro volta istituti privati, non pubblici). Si va dalla Deutsche Bundesbank che ne detiene il 23,40 per cento alla Banque Centrale du Luxembourg che ne ha lo 0,17 per cento, passando dalla Banque de France (16,52 per cento), la Banque Nationale de Belgique (2,83), Bankitalia (14,57) e altre nove banche centrali. Il bello (bello? Mah) è che azionisti della Bce risultano anche le banche centrali inglese, svedese e danese, nazioni che non essendo «entrate» nell’euro campano felici e contente con le loro monete nazionali. Però posseggono il 20,36 per cento dell’istituto di emissione della moneta unica. Influenzandone le scelte e intascando oltre un quinto dei diritti di signoraggio. Praticamente una pacchia. Resta infine un piccolo mistero che non sono riuscito a chiarire. Se lei nota, sulle banconote, prima delle sigle plurilingue della Bce, compare il simbolo © che indica il copyright. S’era mai vista, una roba del genere? Cosa significa, che paghiamo alla Banca centrale europea anche i diritti d’autore? Sarebbe (e forse lo è) davvero il colmo.
Paolo Granzotto

Più chiaro di così!

da http://www.cislinforma.com/index.php?option=content&task=view&id=244&Itemid=230

MF giovedì 9 giugno 2005
Contrarian

Perché l'euro non è il dollaro

Pochi giorni prima dei referendum sul trattato Ue, la stampa europea e americana ha dato grande risalto a un'analisi di Menzie Chinn (Università del Wisconsin) e Jeffrey Frankel (Harvard), due numi dell'economia monetaria internazionale, su quando e come l'euro avrebbe potuto sopravanzare il dollaro come principale valuta internazionale di riserva. Il lavoro conclude che l'euro potrebbe superare il dollaro, in quanto valuta di riserva, entro il 2022 sempre che entro il 2020 gli altri paesi dell'Ue facciano parte dell'unione monetaria. Soprattutto la Gran Bretagna, che porta con sé la piazza finanziaria di Londra.
È ancora valida questa analisi dopo gli assordanti no ai referendum sulla ratifica della Costituzione Ue? Più interessante delle conclusioni puntuali è il metodo seguito dallo studio: il calcolo del valore d'opzione dell'euro come valuta di riserva. Un metodo analogo è stato seguito dalla Banca centrale europea (Bce), che ha computato i valori di opzione delle monete di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria rispetto all'euro nell'ipotesi di un loro eventuale ingresso nella moneta unica, mantenendosi neutrali rispetto ai rischi: la conclusione cui si è giunti è che il prezzo di opzione dello zloty polacco è molto reattivo alle informazioni sugli andamenti politici mentre quelli della corona ceca e del fiorino ungherese seguono un percorso sistematico e prevedibile. Tanto da far ritenere probabile un aumento dei tassi d'interesse ungheresi nell'eventualità di un'adesione all'euro.
Anche in Italia c'è chi studia il valore d'opzione dell'euro come valuta di riserva internazionale. In un lavoro in pubblicazione, a fine luglio, Lucio Mazzanti (Università di Roma. Tor Vergata) calcola non se e quando l'euro soppianterà il ruolo del dollaro, ma qual è oggi il valore dell'opzione attiva immediatamente esercitabile, sempre che si lo voglia fare. In breve, se la esercitasse, la Bce potrebbe contare su una quota del 28-30% del signoraggio. Cosa vuol dire tutto ciò in soldoni? Nel '900 c'è stato un condominio tra sterlina e dollaro come monete di riserva internazionale, con la moneta britannica prevalente anteriormente alla prima guerra mondiale e quella americana successivamente. Dalla seconda guerra mondiale in poi, il signoraggio è tutto degli Usa: dato che stampare un dollaro costa 3 cent, il signoraggio ammonta a 97 cent (poiché il dollaro, una volta stampato, viene impiegato per comprare merci e servizi). L'euro si pone come uno sfidante nei confronti del dollaro: ha un'opzione call il cui sottostante è il flusso dei benefici annui derivanti dal signoraggio e il cui strike è l'investimento aggiuntivo per accedere all'opzione. Al di là degli aspetti più squisitamente tecnici, ciò vuol dire che, nonostante i contraccolpi dei referendum, l'euro vale e può contare anche molto di più. L'economia reale dell'area dell'euro è analoga a quelli degli Usa in termini di output e di commercio ma l'Ue e l'unione monetaria sono ancora molto indietro se si considerano i mercati finanziari (eloquente la quota del signoraggio relativamente modesta rispetto a quella dell'economia reale). La raccomandazione abbastanza esplicita è ´ridurre il divario'. Ciò vuole anche e soprattutto dire abbattere le paratie ancora esistenti nel mercato finanziario, bancario e assicurativo europeo.

MF - Mondo & Mercati
Numero 113, pag. 6 del 9/6/2005

Luca e Antonio Bassani Antivari

da http://www.cislinforma.com/index.php?option=content&task=view&id=208&Itemid=196

Corriere della Sera sabato 7 maggio 2005
sezione: Primo Piano - data: 2005-05-07 num: - pag: 9
autore: Mario Gerevini categoria: REDAZIONALE
IL RETROSCENA

Spunta dalle Cayman il primo azionista dell'istituto di Fiorani

Un fondo di investimento delle isole Cayman è diventato il primo socio della Banca Popolare di Lodi (Bipielle) con oltre il 4%. Si chiama Victoria & Eagle Strategic Fund, non è un nome nuovo nel capitale della Bipielle ma è un soggetto alquanto misterioso, che per anni ha dichiarato una partecipazione di poco superiore al 2% senza possederla e oggi invece ha, realmente, il 4,1% che vuol dire circa 100 milioni di euro di valore. Qualcosa di strano, anche se Cayman qui non c'entra, ha anche la febbre sui titoli Antonveneta che nei mesi scorsi ha coinvolto, soprattutto nelle aree di appartenenza dei due grandi alleati ( Bipielle e Gnutti Fingruppo), professionisti. E questo al di là dei 18 conti che sono sotto la lente del pm Eugenio Fusco.

IL PASSAPAROLA E I PROFESSIONISTI — Risulta infatti che vi siano moltissimi altri piccoli conti titoli di piccoli investitori che si sono caricati di Antonveneta proprio nel periodo della scalata. Ci sono ad esempio alcuni riscontri documentali di professionisti, del tutto estranei al mondo dell'economia e della finanza se non per le ottime frequentazioni, che avevano in portafoglio una quantità sproporzionata (almeno apparentemente) di titoli Antonveneta ( qualche milione di euro). Ma ciò che attira l'attenzione è che in alcuni casi gli aiuti finanziari sono arrivati, più o meno direttamente, da Lodi. Nel Bresciano, poi, c'è stata una vera caccia alle azioni della banca padovana, come se una catena di sant'Antonio di voci e suggerimenti avesse intonato un insistente « comprare, comprare » che non si ricordava dai tempi di Olivetti e Telecom.

IL FONDO DI CAYMAN — Un dato è certo e documentale: a fine marzo Victoria & Eagle Strategic Fund aveva lo 0,4% della banca guidata da Gianpiero Fiorani. Poco più di un mese dopo è salito oltre il 4%, il doppio di Fingruppo, Jp Morgan e Azimut. Vuol dire che ha comprato tutto in poco più di un mese? Sì ma non necessariamente in Borsa. Potrebbe essere un « giro » svizzero perché è stata liquidata la fiduciaria Pecufina, controllata dalla Bipielle Bank Suisse di Lugano, e il suo 2% di Lodi potrebbe essere confluito in Victoria & Eagle. Che questa società amministri uno o più fondi di investimento bisogna crederlo sulla parola ( « Strategic Fund » ) . Nei vari archivi si pesca solo una piccola operazione di investimento di qualche anno fa, al Nasdaq, in cordata proprio con Bipielle Suisse. Poi nient'altro, solo Popolare Lodi. Il fatto che la sede sia a Cayman ovviamente non favorisce la trasparenza.

BOLZANO E BANCA ADAMAS — In passato quote del fondo off shore erano state sottoscritte dalla Fondazione Cassa di Bolzano al termine di una vorticosa operazione con la Lodi che rilevava il 20% della Cassa. I fratelli Luca e Antonio Bassani Antivari, che sei anni fa vendettero alla Lodi la loro banca svizzera Adamas ( ribattezzata poi Bipielle Bank Suisse), hanno una holding che si chiama Victoria & Eagle, e a Lugano c'è una Victoria & Eagle Asset Management. E' quello il gruppo di riferimento? Per ora questo fondo delle Cayman sembra una specie di scantinato dove si parcheggiano, transitano e si prelevano titoli Bipielle fuori dagli occhi indiscreti del mercato.

Lo strano caso di tanti « signor nessuno » con il portafoglio carico di azioni Antonveneta



Cosa c'entrano i fratelli Bassani Antivari? vedi questo:
The IGB©'s Men: Tutti gli uomini de Il Grasso Bankiere©

venerdì, marzo 24, 2006

Dr. Rath Health Foundation denuncia il genocidio e crimini contro l'Umanità.

Dr. Rath Health Foundation

IN NOME DEL POPOLO DEL MONDO
Citazione in giudizio Per Genocidio E altri crimini contro l'Umanità Perpetrati in rapporto con Il "business farmaceutico della malattia" E con la recente guerra all'Iraq

La presente citazione in giudizio è sottoposta Al Tribunale Penale Internazionale da Matthias Rath MD e altri in nome del popolo del mondo
L'Aia, 14 giugno 2003
Al procuratore del
Tribunale Penale Internazionale,
Senatore Louis Moreno-Ocampo,
c/o il Tribunale Internazionale,
Maanweg 174
NL-2516 AB Den Haag/l'Aia
Sommario

La presente citazione porta in giudizio davanti alla Corte Internazionale di Giustizia i maggiori crimini mai commessi nel corso della storia umana. Gli imputati sono accusati di aver causato la morte e danni a milioni di persone attraverso il "business della malattia", attraverso crimini di guerra e altri crimini contro l'umanità. Questi crimini sono di competenza del Tribunale Penale Internazionale.

Gli imputati sanno che verranno ritenuti responsabili per questi crimini e hanno pertanto intrapreso una campagna globale per minare l'autorità del Tribunale Penale Internazionale al fine di mettersi al di sopra della legge internazionale e continuare la loro azione criminale a detrimento di tutta l'umanità.

Pertanto, la presente citazione deve essere presa in considerazione da parte del Tribunale Penale Internazionale con la massima urgenza. Inoltre, ogni persona fisica e ogni governo sono chiamati ad unirsi a La presente citazione con l'obiettivo di porre fine a questi crimini una volta per tutte.
[ continua..]

giovedì, marzo 02, 2006

La disinformazione di IGB©

Il Grasso Bankiere ha con soddisfazione completato l'opera di disinformazione delle Masse di Pecoroni [qual siamo tutti] tramite diffusione di articoli mirati per mezzo stampa. Infatti ha ormai di fatto unificato la categoria dei giornalisti con quella dei giornalai. Si prevedono forti e violente manifestazioni da parte del SOGI (Sindacato degli Onesti Giornalai Italiani),
irritato dall'accostamento umiliante e denigratorio per chi il pane se lo guadagna sul serio. Vediamo l'ennesimo caso:



da Repubblica.it

Le banche statunitensi saranno rifornite oggi dalla Federal Reserve con le nuove banconote da dieci dollari.

• per forza! solo la FED ha il monopolio sull'emissione di banconote, chi altri poteva rifornirle? una volta Kennedy provò a stampare dei dollari ma..

Si tratta del terzo restyilng deciso dal Tesoro Usa per cercare di contrastare il proliferare delle contraffazioni.
non mi dire?! come questo mare di dollari falsi?

Il nuovo biglietto è molto simile al vecchio ma contiene più colori per rendere più difficile la vita ai falsari.

• noti pigri imbecilli i falsari, vero? come questi:



news.telegraph.co.uk


ricordiamo SEMPRE che la FED è privata e presterà al TESORO (USA o di qualsiasi altra Nazione Sovrana) i biglietti stampati al loro valore nominale ecc..
Sarebbe bello sapere come avverrà la contabilizzazione di queste emissioni, della distruzione dei vecchi, storno dai registri e libri contabili ecc..