mercoledì, dicembre 26, 2007

Banche, dal 1° gennaio arriva l'Iban

da: http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/economia/banche/arriva-codice-iban/arriva-codice-iban.html

Nuova normativa in vigore dal 2008 nell'ambito dei 31 Paesi che aderiscono alla Sepa
Per conoscere il nuovo codice di 27 cifre basta controllare l'estratto conto

Banche, dal 1° gennaio arriva l'Iban
sostituisce Abi e Cab per i bonifici


ROMA - Dal primo gennaio cambiano le norme sui bonifici bancari: Cab, Abi, Cin e numero di conto vanno in pensione e vengono sostituiti dall'Iban (International Bank Account Number), il codice internazionale di 27 cifre per l'identificazione del conto corrente. La nuova normativa vale in ambito Sepa, cioè per effettuare bonifici nei 31 paesi che fanno parte dell'area unica dei pagamenti in euro (i 27 Paesi dell'Unione Europea più Svizzera, Norvegia, Islanda, Liechtenstein).

L'Iban è sempre indicato nell'estratto conto che la banca invia periodicamente al cliente; se si deve ricevere un bonifico e non si ha il codice a portata di mano, è possibile richiederlo alla propria banca in qualsiasi momento.

L'Associazione Bancaria Italiana ha messo a punto due guide, una per le famiglie e una per le imprese (realizzate in collaborazione con le associazioni di settore), per facilitare la vita ai clienti che si accingono a effettuare bonifici. Una sintetica guida online si trova anche sul sito delle Poste.

Solo nel 2006, gli italiani hanno effettuato oltre un miliardo di bonifici, per un ammontare di seimila e duecento miliardi di euro. I 27 caratteri dei quali si compone l'Iban corrispondono a numeri e lettere che identificano il paese, la banca, lo sportello e il numero di conto di ciascun cliente. Per motivi di leggibilità, l'Iban va indicato in blocchi separati di quattro caratteri, su moduli o bollettini cartacei, e senza spazi fra un carattere e l'altro su supporto elettronico.

"Con l'Iban si raggiungono facilmente e con certezza tutti i beneficiari in Italia e nei 31 paesi dell'area Sepa - spiega l'Abi -. I tempi massimi di esecuzione del bonifico saranno garantiti e certi: per un bonifico nazionale o internazionale (all'interno dell'area Sepa) occorrono al massimo tre giorni lavorativi bancari. Inoltre l'importo del bonifico sarà accreditato interamente: non sono infatti previste deduzioni da parte di intermediari".

"Per facilitare la rapida sostituzione delle vecchie coordinate bancarie, è stato messo a punto - spiega ancora l'Abi - un servizio di allineamento elettronico archivi Iban che consente di aggiornare in modo automatizzato gli archivi dei beneficiari. Per le imprese e la pubblica amministrazione, che intrattengono rapporti con un'ampia pluralità di soggetti, infatti, acquisire i codici contattando direttamente le controparti potrebbe risultare difficoltoso".
(26 dicembre 2007)

mercoledì, dicembre 12, 2007

Le banche islamiche contro l'usura..

da: http://www.iltempo.it/2007/12/10/813172-banche_islamiche_assalto_dell_europa.shtml

Banche islamiche all'assalto dell'Europa
Un vertice per dare l'assalto all'Europa. Oltre mille delegati hanno partecipato alla World Islamic Banking Conference in Bahrain.

Le banche islamiche vi hanno messo a punto le strategie di investimento futuro. Mentre gli Stati Uniti e l'Europa tremano per la crisi dei mutui, la finanza di Allah non teme terremoti nelle borse e continua a scalare i «tesori degli infedeli». E a gennaio sbarcheranno a Roma.

Il boom dei fondi islamici non ha precedenti: si parla di asset bancari per 450 miliardi di dollari di cui 85 emessi sotto forma di bond.

Nel segno della sharia, ovvero senza chiedere interessi per mutui e prestiti così come ha proibito Maometto ed è sancito nel Corano.

Non si fanno affari, almeno alla luce del sole, in campi proibiti come alcol, armi, tabacco, carne di maiale e gioco d'azzardo. Ma questo non frena l'escalation. L'espansione raggiunge livelli impensabili almeno fino a dieci anni fa.

L'11 settembre 2001 invece di seppellire ha fatto scoprire un mondo. Le banche halal, secondo i comandamenti coranici, impone che non vengano chiesti interessi ai clienti.

Attraverso equilibrismi finanziario-religiosi le banche offrono mutui senza chiedere tassi in sovrappiù: l'istituto bancario diviene proprietario del bene e lo rivende un tanto alla volta al cliente.

Nel caso che a chiedere soldi sia un'impresa, la banca islamica condivide eventuali perdite e profitti in una sorta di joint venture.

Ma il vero business i banchieri di Allah lo stanno facendo con i sukuk. Questo è un sistema per cui banca e cliente contribuiscono insieme alla finanza di un progetto.

I sukuk sono così lucrativi che vengono rastrellati anche da finanzieri non islamici.

E già molti colossi bancari come la Citigroup e le banche giapponesi stanno trasformando i loro portafogli sul modello dettato dal Corano.

Maurizio Piccirilli

10/12/2007

lunedì, dicembre 10, 2007

Una punturina e ZAC! già fatto?!

http://it.notizie.yahoo.com/rtrs/20071210/tts-ubs-subprime-ca02f96_1.html

Mutui, Ubs: altri 10 mld dlr perdite, arriva iniezione capitale

ZURIGO (Reuters) - Ubs ha iscritto a bilancio una nuova voce negativa da 10 miliardi di dollari, legata a svalutazioni sui mutui subprime, e contemporaneamente ha riferito di avere ottenuto un'iniezione di capitale da parte di un fondo di Singapore e da un investitore mediorientale.

La banca svizzera, duramente colpita dalla turbolenza che si è abbattuta sul mercato dei mutui Usa, si attende a questo punto di chiudere l'ultimo trimestre dell'anno in perdita, invertendo la guidance precedente e ha riferito che l'intero anno potrebbe terminare in negativo.

L'iniezione di capitale ha un valore complessivo di 13 miliardi di franchi svizzeri (11,48 miliardi di dollari), di cui 11 miliardi da parte della Government of Singapore Investment Corporation e 2 miliardi da un investitore del Medio Oriente.

Secondo una fonte finanziaria, si tratterebbe del governo del Qatar.

L'annuncio arriva il giorno prima di un incontro con gli investitori a Londra, a cui parteciperanno l'AD, Marcel Rohner, e altri top manager.

sabato, dicembre 08, 2007

Il mondo è fatto a scale, chi le scende e chi..

Scala: Il Gotha Della Finanza Italiana Presente Alla Prima

(ANSA) - MILANO, 7 DIC - Il gotha della finanza non si perde la prima della Scala. E' molto significativa infatti la rappresentanza del mondo economico e finanziario che ha scelto nel tardo pomeriggio di oggi di recarsi alla Scala per assistere al Tristan und Isolde di Wagner.

Non è passata inosservata la presenza di Giovanni Bazoli che, benché claudicante e aiutato da un bastone dopo l'infortunio che l'ha coinvolto qualche settimana fa, non ha voluto rinunciare ad assistere, come da tradizione, alla prima.

Ma presente era tutto lo stato maggiore di Intesa Sanpaolo: il consigliere delegato Corrado Passera, il presidente del consiglio di gestione Enrico Salza, il direttore generale Pietro Modiano e il responsabile corporate Gaetano Micciché. Per Unicredit erano invece presenti l'ad Alessandro Profumo e il presidente Dieter Rampl.

Hanno fatto il loro ingresso in sala anche il direttore generale della Bpm Fabrizio Viola e il presidente del consiglio di gestione di Ubi Banca Emilio Zanetti.

Da Trieste, dove oggi ha ricevuto la cittadinanza onoraria, è arrivato il presidente delle Generali, Antoine Bernheim. In sala hanno fatto il loro ingresso anche il presidente di Rcs Piergaetano Marchetti e l'ad Antonello Perricone, i vertici di Edison, Umberto Quadrino e Giuliano Zuccoli, Paolo Scaroni, ad dell'Eni e il presidente del cane a sei zampe Roberto Poli.

Hanno scelto di assistere alla prima di Wagner anche il neo presidente di Telecom Gabriele Galateri di Genola, l'avvocato torinese Franzo Grande Stevens, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, l'ad dell'Enel Fulvio Conti.

Tra i primi a varcare l'ingresso del teatro milanese ci sono stati il presidente di Assolombarda Diana Bracco, il presidente dell'Atm Elio Catania, quello di Confcommercio Carlo Sangalli, il presidente della Fondazione Fiera Milano Luigi Roth, il presidente della Camera della Moda Mario Boselli, il consulente Bruno Ermolli.(ANSA).

lnk: http://it.biz.yahoo.com/07122007/2/scala-gotha-finanza-italiana-presente.html

domenica, dicembre 02, 2007

Mario Draghi, un altro TERRORISTA A PIEDE LIBERO.

Le fantasie di Draghi

26 novembre 2007 – Nel discorso rivolto ai banchieri riunitisi a Francoforte il 22 novembre, il Governatore di Bankitalia e presidente del Financial Stability Forum Mario Draghi ha elogiato il sistema finanziario fondato sui derivati e ha incoraggiato i colleghi a somministrare al paziente un'altra bella dose del veleno che lo ha già ridotto in fin di vita.

Ma qualche banchiere rimasto ancorato alla realtà, come Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, ha fatto sapere che la sua banca ha deciso di abbandonare la rotta imposta da Draghi.

Nel discorso pronunciato al Center for Financial Studies, Mario Draghi ha elogiato il modello “Originate-to-distribute” (OTD), una formula con cui si intende la creazione di titoli derivati e la ridistribuzione dei rischi sul mercato, soprattutto con la cartolarizzazione, come è stato fatto con la bolla dei mutui USA.

Draghi ha ammesso che la crisi in corso “essenzialmente è una crisi del modello OTD”, “ma è difficile credere che l'industria abbandonerà la cartolarizzazione”. “Come si può vedere, l'OTD è un modello che in alcuni aspetti presenta delle crepe, ma ritengo che sia troppo prezioso per tutte le parti per poter essere abbandonato”.

L'ex dirigente di Goldman Sachs ha lanciato il suo appello per una maggiore globalizzazione e una maggiore eliminazione di regolamentazioni nazionali, guardando in prospettiva alla crescita delle pensioni private.

Ha esaltato i successi “ottenuti dal settore privato e dalle autorità pubbliche nello smantellamento delle barriere tecniche e procedurali nazionali esistenti” nell'Unione Europea “secondo le proposte formulate nel secondo Rapporto Giovannini”.

Alberto Giovannini è l'ex dirigente di LTCM, il fondo che fallì nel 1998 portando sull'orlo dell'abisso l'intero sistema finanziario mondiale.

Ottenne, forse come premio, un posto come capo dei consiglieri per la transizione dalle monete nazionali alla moneta unica e per la liberalizzazione e l'integrazione dei mercati finanziari.

Mentre Draghi spaziava inebriato nella realità virtuale, Alessandro Profumo annunciava che la Unicredit, la terza banca europea, aveva deciso di abbandonare il modello fallito tanto decantato da Draghi.

"Precedentemente avevamo l'idea di dirigerci verso un modello di origination and distribution, ma questo modello non c'è più", ha detto Profumo al Financial Times.

“Mr. Profumo è in disaccordo con altri dell'industria secondo i quali la stretta creditizia e i disordini del mercato sono temporanei e non cambiano la tendenza a lungo termine”, ha scritto il quotidiano finanziario.

da: http://www.movisol.org/07news206.htm

venerdì, novembre 30, 2007

Il caso Northern Rock? Senza fondo..

CITY FURBETTA - LA GRANDE CRISI DELLA NORTHERN ROCK ERA SOLO UNA TRUFFA: LA BANCHE ERA CONTROLLATA DA UN FONDO OFF-SHORE, FORMALMENTE PER BENEFICENZA, IN SOSTANZA PER NON PAGARE LE TASSE…

Enrico Franceschini per “la Repubblica”

Quando mezza Inghilterra ha dato l´assedio agli sportelli della Northern Rock, qualche settimana fa, sembrava che il problema di una delle principali banche britanniche specializzate in prestiti per la casa fosse una crisi di liquidità, conseguenza della stretta creditizia che ha colpito i cosiddetti "mutui troppo facili", ovvero concessi con speculazioni ad alto rischio, in America e in Europa.

E la crisi era apparsa risolta, dapprima con il controverso intervento della banca centrale, che ha infuso 25 miliardi di sterline nelle casse della Northern per salvarla da un fallimento che minacciava di gettare nel panico tutto il sistema bancario nazionale, quindi con le trattative per il rilevamento e la rimessa in sesto della Northern da parte di altre banche o investitori, con il gruppo Virgin dell´imprenditore miliardario Richard Branson balzato apparentemente in prima fila negli ultimi giorni come candidato preferito dal consiglio d´amministrazione della banca e dalle autorità.

Ma ora un nuovo scandalo getta un´ombra ancora più maligna sulla Northern Rock, e in senso più ampio sul mondo finanziario anglosassone: il Guardian di Londra ha scoperto che la banca era controllata da un misterioso fondo off-shore con sede nelle isole Jersey, il quale è stato formalmente creato a beneficio di associazioni di carità, e in particolare di un piccolo istituto per bambini disabili affetti dalla sindrome di Down situato a Newcastle. In cambio, la banca godeva di forti agevolazioni fiscali. Ma non basta: nessuno alla Northern Rock aveva mai informato l´istituto di carità che esso era un suo beneficiario e l´istituto non aveva mai ricevuto neppure un penny dalla banca o dal fondo.



La vicenda è finita ieri in prima pagina sul quotidiano londinese, sollevando un polverone di accuse, giustificazioni e polemiche che dipingono il mondo finanziario come un avido Scrooge, l´avaro riccastro disegnato dalla penna di Charles Dickens nel suo celebre romanzo La ballata di Natale. Messa di fronte all´evidenza dei fatti dal Guardian, la Northern Rock ha ammesso "l´errore", si è scusata con l´associazione di carità e ha promesso di fare delle donazioni a suo favore in futuro, pur lasciando tempi e modalità nel vago.

La Commission Charities, l´organismo governativo che sovraintende al settore delle organizzazioni a scopo di beneficenza, ha immediatamente aperto un´inchiesta. Se verrà provato che Granite, il nome del fondo off shore a capo della Northern Rock, ha commesso una "frode d´identità" impadronendosi del nome di un istituto di carità a insaputa di quest´ultimo, la magistratura potrebbe aprire un´inchiesta giudiziaria.

Un parlamentare laburista, Jim Cousin, ha chiesto l´apertura di udienze alla camera dei Cominu per «fare piena luce su un´imperdonabile imbroglio». L´offerta di acquisto per la Northern Rock avanzata da Richard Branson, che due giorni fa appariva vicina a essere conclusa, rischia di saltare. E il sospetto che cinici banchieri sfruttino la legge a proprio vantaggio, anche sulla pelle di bambini disabili, pesa come un macigno sulla reputazione dell´intera City di Londra.

Per sette anni, mentre la Down´s Syndrome North East, questo il nome della piccola associazione di carità per bambini disabili, raccoglieva minuscole somme di denaro da donatori individuali, come un uomo che ha girato tutti gli Stati Uniti in bicicletta per raccogliere poche centinaia di dollari e una scuola di Middlesbrough i cui scolari hanno raccolto 100 sterline, gli assistenti volontari dei bambini sofferenti della sindrome di Down erano totalmente ignari di essere i beneficiari ufficiali di un fondo che nello stesso periodo ha raccolto 71 miliardi di sterline sui mercati finanziari e che lo scorso anno ha goduto di un profitto di quasi due miliardi di sterline, circa tre miliardi di euro.


Dagospia 29 Novembre 2007
http://dagospia.excite.it/articolo_index_36205.html

Piccoli IGB crescono..

Corriere della Sera: http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_29/luigi_berlusconi_969a0bb0-9e4b-11dc-9968-0003ba99c53b.shtml


Dinasty italiane L’ultimogenito del Cavaliere e gli eredi delle grandi famiglie

«Niente tv, da grande farò il banchiere»

Luigi Berlusconi si racconta a «Style»: ho tanti amici di sinistra

MILANO — «La televisione? No grazie, per ora non è la mia strada. Meglio la finanza». Non ha ancora vent’anni ma ha le idee già chiare Luigi Berlusconi, il più giovane dei cinque figli del Cavaliere. Venti centimetri di altezza in più del celebre papà, fresco iscritto alla Bocconi (dove va accompagnato dalla scorta, «all’inizio c’era un po’ di curiosità, ma adesso è passata»), uno stage di un mese in una banca d’affari a Londra l’estate scorsa, che, dice, gli «ha aperto gli occhi» sul futuro: il piccolo di casa sta per spiccare il volo. Sulle orme di papà? Non proprio. «Il mondo della comunicazione è affascinante—spiega in un’intervista esclusiva a Style ("è la prima che faccio, sono emozionato, mi incepperò"), in edicola domani con il Corriere della Sera —. Mi piace sentire mio fratello parlare del suo lavoro: ci mette un tale entusiasmo». Lui però sceglie l’alta finanza («mi appassiona davvero») e ammette: «Quando penso al mio futuro lavorativo lo vedo sempre collegato all’impresa di famiglia: è una questione di responsabilità». Luigi Berlusconi come Giovanni Moratti, o come Giulia Zoppas, o Eleonora Stefanel.

Segni particolari: belli, vent’anni o giù di lì e un cognome che parla da solo. Eccoli i «saranno famosi» del jet set di casa nostra, l’ultima generazione di figli di (illustri) papà, eredi under 30 delle grandi dinasty all’italiana. Si raccontano a Style e tutti (o quasi) giurano di non aver mai fatto ricorso al cognome di papà per sottrarsi a qualche spiacevole incidente (o magari per non fare la fila al ristorante). Anche se la tentazione c’è. Tutti girano il mondo tra master e stage ma, tra dieci anni, si vedono al lavoro, molti nell’azienda di famiglia. Privilegiati? Probabilmente sì. Anche se, a sentire loro, quello che di più importante gli ha insegnato la famiglia non ha a che fare con i soldi: «Il rispetto per gli altri, anche se hanno posizioni opposte alle tue» (Giovanni Moratti), «la curiosità » (Antonio Mazzotta), «una regola di vita: honesty is the best policy» (Michela Catricalà), «che un amore può durare anche tutta la vita» (Giulia Zoppas).

E Berluschino? Lui accompagna i malati a Lourdes (è volontario nell’Ordine di Malta) e pensa a studiare, agli amici (anche comunisti? «Proprio di Rifondazione no, però tanti di sinistra»), alle sorelle («ci siamo tirati i capelli, è ovvio, ma siamo legatissimi») e alla fidanzata Francesca («il nostro rapporto dura da tre anni e mezzo, siamo molto sinceri l’uno con l’altra»). Ha conosciuto Tony Blair ma di lui l’ha colpito «soprattutto il suo senso religioso ». Intanto, però, a 19 anni ha già un posto nel consiglio di amministrazione della Mediolanum. Con i nipoti Gabriele e Silvio (5 e 3 anni, figli di Marina) e il piccolo Alessandro (un mese scarso, figlio di Barbara) sorride nel salotto della villa di Macherio. L’ultima generazione Berlusconi, pronta a conquistare un posto nel mondo. Nel nome di papà.

Giulia Ziino
29 novembre 2007

mercoledì, novembre 21, 2007

Lingotti d'oro crepati alla Banca d'Inghilterra

da: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/09_Settembre/29/lingotti_londra.shtml


L'intera riserva valutata in 320 tonnellate ha un valore di 6 miliardi di euro

Lingotti d'oro crepati alla Banca d'Inghilterra

Il fenomeno dovuto forse a una contaminazione del metallo. L'istituto londinese: «E' solo l'azione ossidante del tempo»


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

LONDRA — Allarme alla Banca d’Inghilterra. Alcuni dei lingotti d’oro custoditi nella sua sacrestia sotterranea presentano fessure e crepe. Secondo esperti consultati dalla rivista Metal Bulletin, bibbia del mercato dei metalli, il fenomeno potrebbe essere dovuto a una contaminazione dell’oro usato per le barre, i lingotti e le monete che rappresentano la riserva del Tesoro di Sua Maestà. Dopo che per anni le voci erano circolate senza alcuna possibilità di controllo nella City, finalmente in base al Freedom of Information Act è arrivata una risposta dalla Bank of England. «Non si tratta di carenza di purezza, ma di apparenza fisica e non è un grosso problema» ha detto un funzionario della Old Lady di Threadneedle Street (questo è il soprannome popolare della venerata istituzione fondata oltre tre secoli fa).

La banca centrale di Londra insiste che il suo oro è puro al 99,9 per cento e il deterioramento osservato è dovuto solo all’azione ossidante del tempo: parte della riserva, valutata oggi in 320 tonnellate per un valore di mercato di circa 6 miliardi di euro, fu importata dagli Stati Uniti tra il 1930 e il 1940. Un portavoce ha rassicurato che l’oro deteriorato potrebbe essere comunque affidato a un impianto di raffinazione per essere fuso e trasformato in nuovi lingotti. Non sono stati forniti dati sulla quantità delle riserve che ha presentato il «piccolo problema di invecchiamento». Ma coloro che nutrono sospetti insistono che le fessure potrebbero essere il sintomo di contaminazione all’origine con altri metalli di base e avvertono che nella stessa situazione si potrebbero trovare i tesori conservati da altri banche centrali europee.

La Bank of England tiene l’oro per conto del Tesoro. La maggior parte delle 320 tonnellate è in barre che pesano tra i 10.9 e i 13.4 chili, valore tra i 258 mila e i 317 mila dollari l’una. Il governo ha una riserva aurea e in valuta estera che viene mantenuta per sostenere il corso della sterlina in tempi di instabilità dei mercati. Una pratica comune a tutti gli istituti centrali del mondo. In teoria, in tempo di guerra, le riserve potrebbero essere impiegate per finanziare importazioni d’emergenza di materie prime e beni strategici. La banca fu fondata nel 1694 dallo scozzese William Paterson proprio per finanziare le guerre di Sua Maestà, al tempo ricorrenti.

La sede della Bank of England, un palazzo nel cuore della City, appare come una sorta di fortezza circondata da mura senza finestre. Fino al 1973 era difesa da un distaccamento dell’esercito che pattugliava il perimetro esterno. Il forziere sotterraneo è stato sempre considerato impenetrabile. Ma nel 1836 il governatore ricevette la lettera di uno sconosciuto che sosteneva di aver trovato una via segreta d’accesso. L’anonimo sfidò i dirigenti della Banca dando loro appuntamento all’interno: e mantenne la parola facendosi trovare puntuale sul posto. Era un operaio della rete fognaria che aveva trovato un varco. Secondo la leggenda fu ricompensato per l’informazione (e per non averne approfittato) con 800 sterline.
Guido Santevecchi
30 settembre 2007

sabato, giugno 16, 2007

Vuoi scopare? No, grazie, preferisco pagare l'ICI!

da: http://it.news.yahoo.com/15062007/201/ricerca-pagare-tasse-puo-gratificare-come-cibo-sesso.html

Ricerca: Anche Pagare Tasse Puo' Gratificare Come Cibo e Sesso

ADN Kronos - Ven 15 Giu

Roma, 15 giu . (Adnkronos Salute) - Sapere di aver destinato i propri soldi a una buona causa, anche se si tratta di tasse, dà lo stesso piacere del sesso o del cibo preferito. Lo dimostra la fotografia del cervello scattata dai ricercatori dell'università dell'Oregon, negli Usa. Essere altruisti è gratificante - sostiene l'equipe di neurologi ed economisti, che ha pubblicato lo studio su Science - anche in caso di un versamento obbligatorio come una tassa, se è a buon fine. Fare una donazione spontaneamente fa stare anche meglio.

''In un mondo ideale, se le tasse fossero impiegate bene - afferma Ulrich Mayr, psicologo dell'ateneo statunitense - ci sarebbero contribuenti soddisfatti''. Ed ecco risolto, dunque, il problema dell'evasione. Lo studio ha coinvolto 19 donne volontarie, a cui sono stati dati 100 dollari, mentre la loro attività cerebrale veniva monitorata con una risonanza magnetica funzionale per immagini. Sotto gli occhi delle partecipanti, i soldi venivano 'tassati' automaticamente dal computer e destinati, senza poter intervenire sul processo, a un ente caritatevole.

Solo alcune potevano decidere di devolvere parte o tutti i 100 dollari in beneficenza. In tutti i casi, sia che l'altruismo fosse spontaneo o imposto, la 'fotografia' del cervello ha evidenziato che si accendevano le stesse aree del piacere (il nucleo caudato e l'accumbens) stimolate dal sesso o dal cibo. A dimostrazione, sottolineano i ricercatori, che l'altruismo puro esiste e dà anche piacere.

sabato, maggio 12, 2007

LA FACCIA COME IL CULO!

Economia

BANCHE: PRODI, IL RAPPORTO E' TRASPARENTE

NON C'E' STATO NESSUN GIOCO SOTTOBANCO

Roma, 12 mag. - (Adnkronos) - ''Non e' vero'' che le banche sono una forma di governo occulto. Lo assicura il premier Romano Prodi ai microfoni di 'Radio 24' commentando le ultime dichiarazioni del professore Mario Monti. ''Non e' vero -insiste il presidente del Consiglio- perche' il rapporto banche-governo e' assolutamente trasparente. Non c'e' mai stato nessun gioco sottobanco. Io sono contento che finalmente che l'Italia abbia alcuni istituto bancari forti''.

fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/Economia/?id=1.0.942576774




ricordiamo che Prodi è un uomo della Goldman Sachs?!?
vedi: TUTTI GLI UOMINI DE IL GRASSO BANKIERE - la Goldman Sachs

sabato, aprile 28, 2007

Un altro calcio in culo alla Banca Mondiale dal Sud America!




BANCA MONDIALE: ECUADOR CHIEDE ESPULSIONE RAPPRESENTANTE

(AGI) - Quito/Washington, 27 apr. - Il presidente dell'Ecuador, Rafel Correa, ha chiesto l'espulsione del rappresentante della Banca mondiale a Quito, Eduardo Somensatto, definendolo "persona non gradita", in segno di protesta per la decisione dell'organismo nel 2005 di negare un prestito da 100 milioni di dollari al paese.

Una dichiarazione che di fatto, come hanno spiegato fonti diplomatiche, implica l'espulsione ma non necessariamente la sospensione delle attivita' della banca.

Correa ritiene infatti che il prestito sia stato negato come forma di punizione per la riforma dell'industria del petrolio, anche se ufficialmente e' stato congelato per un presunto inadempimento.

In un comunicato, il Ministero degli Esteri dell'Ecuador ha reso noto che Correa ha dichiarato il funzionario "persona non gradita" e ha sollecitato, in una lettera inviata martedi', l'organismo mondiale a richiamare il brasiliano Somensatto.

Immediata la risposta della Banca Mondiale: in una nota diffusa a Washington, ha replicato che "sta studiando le implicazioni di questa decisione" e ha ribadito "la volonta' dell'istituzione di mantenere il dialogo al massimo livello con le autorita' del paese e l'impegno per la lotta alla poverta'".

http://finanza.repubblica.it/scripts/cligipsw.dll?app=KWF&tpl=kwfinanza%5Cdettaglio_news.tpl&del=20070427&fonte=AGI&codnews=170167


giovedì, aprile 19, 2007

Chàvez castiga IGB

http://www.aprileonline.info/2706/estinto-il-debito-con-il-fmi

Estinto il debito con il FMI
Ida Rotano, 18 aprile 2007

Venezuela
Il paese estingue il debito con il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Adesso un altro obiettivo: la costituzione del Banco del Sur. Raggiunto intanto un accordo di base su quello che sarà un grande trattato sull'energia per la regione

Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale da qualche giorno hanno un cliente in meno. Che il 2007 fosse un anno straordinario per il Venezuela lo si era intuito quando il presidente Chavez aveva chiesto (e ottenuto) dal parlamento i pieni poteri per portare a termine gran parte del suo programma politico. La straordinarietà di questo anno ha poi coinciso con il pagamento dei debiti contratti dal paese sudamericano nel corso del tempo.

E dal ministro delle Finanze arriva la conferma: "Il Venezuela è libero e grazie a dio i venezuelani di oggi e quelli che stanno per nascere non hanno nemmeno un centesimo di debito con questi organismi capeggiati dai falchi statunitensi" ha fatto sapere Rodrigo Cabezas, che ha aggiunto: "Con il pagamento dell'ultima rata di debito il Venezuela ha recuperato interamente la sua sovranità" .

La soddisfazione traspare anche dalle parole del leader venezuelano Chavez: "Abbiamo trasformato il Venezuela da Paese indebitato e vincolato che eravamo, in un paese modesto ma importante e in un centro finanziario di appoggio ad altri paesi e popoli", ha detto riferendosi al concreto contributo venezuelano nell' estinzione dei debiti argentini. "Sono felice di aver potuto aiutare il fratello stato d'Argentina e adesso anche loro non devono dare più un centesimo al Fmi e alla Banca Mondiale" ha ribadito Chavez.

Eppure il grande stato sudamericano avrebbe avuto la possibilità di spalmare il proprio debito fino al 2012. Anticipando di cinque anni l'estinzione della cifra dovuta agli organismi finanziari internazionali, le casse venezuelane hanno risparmiato almeno 8 milioni di dollari Usa di interessi e aperto un ciclo storico politico nuovo.

"Chiudiamo una fase storica di indebitamento con Fmi e Banca Mondiale - dice soddisfatto il ministro Cabezas - iniziata nel 1989 con la presidenza di Carlos Perez. In quel periodo furono firmati accordi che hanno contribuito all'indebitamento nazionale".

Se da un lato la chiusura a Fmi e Banca Mondiale sembra ormai cosa definitiva, dall'altra Chavez lascia aperta la porta ad una possibile partecipazione del suo paese ai progetti del Bid (Banco Interamericano de desarrollo) e della Caf (Corporacion Andina de Fomento), anche se il vero progetto è la creazione della Banca del Sud.

Argentina, Bolivia, Ecuador, Venezuela e anche Brasile (che fra poco tempo formalizzerà la sua richiesta di far parte del gruppo) cercheranno di costruire un istituto di credito che abbia un forte impatto nella regione, conceda crediti ai paesi dell'area e rimpiazzi in questo modo il Fmi.

"Adesso andremo per la nostra strada cercando di realizzare le istituzioni che ci chiedono i cittadini per i progetti di sviluppo sociale" ha detto il ministro Cabezas. "La banca del sud - ha aggiunto il ministro - sarà un soggetto finanziario professionale e tecnicamente adatto a preservare le nostre ricchezze e a utilizzare le risorse per grandi progetti di sviluppo".

I paesi sudamericani hanno intanto raggiunto un accordo di base su quello che sarà un grande trattato sull'energia per la regione, nel quale si contempla di utilizzare in maniera complementare gli idrocarburi, i cosiddetti biocombustibili e l'idroelettricità, oltre a svariate forme di energie alternative, come quella eolica e solare. L'accordo è stato siglato dopo ore di negoziazione prima dai ministri dell'Energia, poi dai titolari degli Esteri e più tardi dai presidenti riuniti a Porlamar, nella venezuelana isola Margherita, durante il Primo summit energetico del Sudamerica.

Le discussioni sono riuscite a chiarire i dissidi fra le contrastanti posizioni di Brasile e Venezuela sul tema dei combustibili derivati dai prodotti agricoli come il mais e la canna da zucchero. "A noi sembra buono far derivare l'etanolo dalla canna da zucchero e dalla palma africana - ha dichiarato Hugo Chavez, riferendosi ai piani Usa di produrre etanolo dal mais e sostituirlo alla benzina per i veicoli, piano rispettato da Lula - ma non siamo d'accordo nel coinvolgere il coltivazioni alimentari come il mais, perché porterebbe all'aberrazione di dare ai veicoli i cereali mentre la gente muore di fame". Ad accordo raggiunto è stata creata la Unasur, ossia le Nazioni unite sudamericane, che avranno una segreteria permanente a Quito, in Ecuador, giusto a metà del continente e avrà come obiettivo il raggiungimento dell'integrazione energetica del sud.

martedì, aprile 17, 2007

Signoraggio->GoldmanSachs->Prodi->TAV-suicidi

Usura e Libertà (http://www.rinascita.info/cogit_content/rq_editoriale/Usura_e_Libert.shtml)

| Giovedì 8 Marzo 2007 - 16:19 | Stelvio Dal Piaz |

L’usura sta strangolando uomini e popoli.
E’ oggi fondamentale sottrarre l’emissione della moneta al sistema privato bancario e, per dare inizio a questa autentica “guerra di liberazione”, occorre denunciare i servi del sistema bancario, responsabile dell’indebitamento pubblico e causa dell’impoverimento delle nazioni.

Nazioni nelle quali il cittadino è chiamato a lavorare sempre di più per produrre beni e servizi di cui potrà godere sempre meno perché una parte sempre maggiore del suo reddito sarà assorbito da imposte, tasse, balzelli, tariffe monopolistiche non contrattabili e interessi di signoraggio sul denaro utilizzato.

Camerieri delle banche come l’attuale presidente del Consiglio Romano Prodi, un uomo della Goldman&Sachs, al tempo stesso presidente dell’Iri e consulente della multinazionale Unilever, protagonista, all’epoca, della discussa privatizzazione di Cirio, Bertolli e De Rica.

La Goldman&Sachs, appunto la banca d’affari che aveva finanziato nel 1993 la campagna elettorale di Prodi con un miliardo di lire versato sul conto corrente della ASE S.r.l. di cui lo stesso Prodi era socio insieme alla moglie.

Una banca strumento della svendita-rapina del patrimonio pubblico italiano e tra l’altro socia della Tav (Treno ad alta velocità). Una lobby che ha l’anno scorso ha piazzato il suo proconsole, Draghi, già direttore generale del Tesoro e presidente del comitato per le privatizzazioni (Enel, Telecom, Imi, Comit, Eni, BNL.) al vertice della Banca d'Italia.

Con la benedizione dell’altro personaggio legato al sistema bancario internazionale: l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, autore - da governatore della Banca d'Italia - di una delle più rovinose operazioni monetarie che la storia ricordi.
Draghi, con Prodi e il suo “maestro” Andreatta, era stato un perno di una perversa triangolazione: Banca centrale europea più banche d’affari, Commissione europea, governo italiano.

Una trimurti pericolosa che agiva e agisce attraverso la normativa imposta dal trattato di Maastricht, altro capolavoro studiato dalla cupola usurocratica per lo strangolamento dei popoli europei. Una trimurti alla quale partecipa l’attuale ministro dell’Economia, il finanziere Tommaso Padoa Schioppa, già vicedirettore della Banca centrale europea e uomo di fiducia dei banchieri privati.

A questi noti servi italiani della grande finanza, va aggiunto l’uomo forte del governo Prodi: quel Massimo D'Alema che, non dimentichiamolo, da presidente del Consiglio, con un decreto ad hoc, salvò le banche dopo la sentenza n. 2374 della Corte di Cassazione che aveva dichiarato illegittima la pratica usuraia dell’anatocismo. Una pratica vessatoria che ha fatto fallire tante imprese e tante sane attività economiche, provocando anche numerosi suicidi.

Abbiamo appena sollevato il velo sui nemici interni della libertà nazionale e della giustizia sociale. La guerra di liberazione è appena iniziata.

sabato, gennaio 20, 2007

Gli inaffondabili lavapiatti di IGB©!

19 gennaio 2007
Geronzi torna in sella, Emanuele (Fondazione Cassa di Roma) va dagli avvocati

Cesare Geronzi confermato dall'assemblea dei soci al vertice di Capitalia (-0,32% a 6,95 euro la chiusura di settimana in Borsa) - con i consiglieri Roberto Colaninno ed Ernesto Monti - nonostante la condanna in primo grado nel crack Italcase-Bagaglino, ma non senza strascichi polemici. Favorevole al reintegro è stato il 37,2% del capitale, contrari azionisti per il 9,7% e astenuti per lo 0,98%. Al voto ha partecipato il 47,9% del capitale. Per effetto della votazione, ha annunciato il vicepresidente Paolo Savona, che presiedeva l'assemblea, i tre amministratori «riprenderanno le loro funzioni con effetto immediato». Quindi sin dal consiglio di amministrazione in programma nel pomeriggio di venerdì 19 gennaio.

Deminor, società che rappresenta alcuni fondi di investimento (0,39% del capitale), e la Fondazione Cassa di risparmio di Roma (secondo i dati Consob azionista numero due con il 7,186% dopo Abn Amro al 7,679%, pur non essendo nel patto di sindacato che controlla il 31,01%), hanno votato contro, una decisione - ha spiegato il rappresentante di Deminor - opportuna «per evitare le critiche e i sospetti sulla banca». Gli amministratori, ha aggiunto, «ai quali auguriamo di uscire in modo cristallino dalla vicenda, hanno il dovere di presentare le dimissioni».

La Fondazione, presieduta da Emmanuele Emanuele, ha ribadito le proprie «riserve» sull'opportunità di confermare le cariche definendosi «a favore della revoca», e ha anche dato mandato ai propri legali per verificare se le decisioni del patto di sindacato possano essere valutate come «evento generatore» di eventuali danni che possano derivare. Valutazione ribadita da Emanuele a margine dell'assemblea: «Il fatto che Geronzi sia stato condannato è già un danno d'immagine per la banca», da tempo al centro dei rumor su fusioni e acquisizioni. La Fondazione ha sottolineato «l'opportunità di revoca» nei confronti del presidente e degli altri amministratori che erano stati sospesi Colaninno (numero uno del gruppo Piaggio) e Monti, condannato per bancarotta preferenziale e per distrazione nel processo Trevitex. Geronzi, è stato condannato alla pena di un anno e otto mesi di reclusione, oltre alle realtive pene accessorie, per concorso nel reato di bancarotta semplice, Roberto Colaninno (sempre per Italcase), alla pena di quattro anni e un mese di reclusione, oltre alle relative pene accessorie per concorso nei reati di bancarotta preferenziale e di bancarotta semplice.

Tuttavia secondo il presidente del Patto di sindacato della banca, Vittorio Ripa di Meana, «Allo stato degli atti non sussistono motivi per mettere in discussione il rapporto di fiducia» con gli amministratori. «I manager - ha aggiunto Ripa di Meana - stanno gestendo la banca con effetti soddisfacenti ed il patto ha tenuto conto delle capacità nel confermare la fiducia e sul piano tecnico e giuridico bisogna attendere il giudizio definitivo, altrimenti entreremmo in un sistema che dopo una semplice iniziativa della magistratura o in presenza di sentenze di primo grano potrebbero creare delle vittime» alla luce dei risultati definitivi della vicenda. «È in questo contesto - ha concluso - che il patto di è mosso: sarebbe paradossale che i soci sindacati si riuniscano per esaminare le conseguenze di processi futuri».

mercoledì, gennaio 17, 2007

Ma la BCE puo' comandare sui suoi comandanti? Ovviamente no!

In un anno la Banca centrale europea ha alzato il costo del denaro dal 2,25 al 3,5%. Nessuno l’ha seguita. Malgrado il decreto Bersani

Le banche? Snobbano la Bce

Fermi i tassi sui conti, su quelli sul rosso. Ma non è un vizio italiano: in tutta Europa rendimenti al palo

LA SCHEDA

Adeguare i tassi alle variazioni della Banca centrale europea, alzando le retribuzioni dei conti correnti? Macché, per le banche resta una missione impossibile e per i risparmiatori un miraggio. Piuttosto, vengono alzati i tassi per chi va in rosso: l’ha fatto un istituto su due del nostro panel, in un anno. Resta la magra consolazione che le banche di Internet, invece, i rendimenti li hanno alzati di pari passo con la Bce: in un anno, dal 2,4% al 3,5% We@bank, dal 2,25% al 3,25% FinecoBank e dal 2,5% al 3,5% IwBank. Nel 2006 la Banca centrale europea ha aumentato il costo del denaro cinque volte, dal 2,25% di gennaio al 3,5% di dicembre. Ebbene, dai prospetti Abi-Pattichiari risulta che, fra il febbraio 2006 e questo mese, solo una delle otto banche monitorate da CorrierEconomia (vedi tabella) ha alzato il tasso attivo sul conto per famiglie: la Bpm di Roberto Mazzotta, che ha portato il suo Flexiconto dall’1% all’ 1,5%.

Non è il punto e un quarto della Bce, ma è qualcosa. Le altre non hanno toccato il tasso attivo, il Sanpaolo l’ha addirittura tagliato dell’80% introducendo il nuovo Contutto (0,10% contro lo 0,5% del vecchio Multibenefit 1). Ma non basta. Non solo i correntisti non hanno guadagnato, ci hanno anche perso. In interessi passivi. Il tasso passivo lordo massimo extra fido è passato, fra il febbraio 2006 e questo mese, dal 15,09% al 15,42% nel conto Genius Family di Unicredit Banca; dal 10,65% all’ 11,19% nel conto Per Te Family di Bnl; dal 14,75% al 15,03% in Flexiconto di Bpm; e dal 14,75% al 15,31% in BluLight Family della Banca di Roma. Niente male, se si pensa che la legge Bersani del 4 agosto 2006, la 248, obbliga le banche a modificare i tassi contestualmente, con le variazioni Bce: se salgono i passivi, devono crescere anche gli attivi. Chi trasgredisce è punito con molte progressive, fino alla chiusura degli sportelli, da Bankitalia. La Bnl fa notare che ha alzato il tasso passivo «dopo il decreto Bersani, e comunque resta il più basso ». Bpm, come si è detto, ha alzato anche il tasso attivo, quindi è in regola. Unicredit e Banca di Roma invece risultano avere aumentato gli interessi sullo scoperto fra settembre e oggi, quindi dopo la nuova legge. «Le condizioni a prospetto sono i minimi e i massimi — dice Rodolfo Ortolani, vicedirettore generale di Unicredit Banca —. Per i singoli clienti è diverso, variamo i tassi attivi e passivi nella stessa misura. È una nostra regola, del resto proprio noi abbiamo alimentato il decreto Bersani. Inoltre sugli strumenti di deposito, come i certificati e i pronti termine, i nostri tassi variano con quelli Bce». «La legge Bersani riguarda i rapporti in essere, il nostro aumento è scattato il 3 novembre e vale solo per i nuovi clienti», spiega invece Massimo Macchitella, responsabile Family della banca di Roma. «Resta un’elusione di un obbligo di legge — dice però Elio Lannutti, presidente Adusbef —.

Mi stupisco che il governo non intervenga ». L’Adusbef stima in 1,2 miliardi i minori interessi pagati dalle banche, da agosto a dicembre, per mancato adeguamento ai tassi Bce. Ha chiesto al ministro dell’Economia, Tommaso Padoa- Schioppa, di convocare il Cicr, il Comitato interministeriale credito il risparmio; e ha invitato i correntisti a inviare una lettera di messa in mora alle banche che non hanno adeguato i tassi. A triste consolazione, si può dire che all’estero le cose non vanno diversamente. Le banche straniere, che hanno costi in genere più bassi delle nostre (ma anche i rendimenti), all’adeguamento Bce non pensano. La spagnola Bbva non ha variato i tassi del suo Conto Bbva, e lo stesso la tedesca Deutsche Bank con dbAktivKonto e l’austriaca Hypo Alpe Adria Bank con Inklusivkonto. La francese Bnp Paribas, socia di Bnl, ha lasciato fermo il rendimento (0%) e alzato il tasso passivo del suo Esprit Libre (dal 14,4% al 15,3%). L’olandese Abn Amro, socia di Antonveneta, è l’unica che si distingue anche se per poco, visto che ha alzato il tasso attivo nel 2006 dei conti tradizionali di 15 punti base, dal 2,6% al 2,75%. All’estero sono cresciuti però i rendimenti dei libretti di risparmio: è importante, perché negli altri Paesi il conto corrente rende zero, è il libretto lo strumento di risparmio. «In Germania sono arrivati al 4%, qui sono fermi all’1%», dice Gianni Colangelo che a Bruxelles rappresenta gli utenti bancari italiani presso il Financial Services Consumer Group. «E in Austria sono stati legati agli indici Bce», dicono in Hypo Alpe Adria Bank. Perché? «Sull’onda della richiesta delle associazioni dei consumatori».

Alessandra Puato

15 gennaio 2007