da repubblica
Washington chiede una soluzione per migliaia di risparmiatori colpiti dal "default" dei bond.
Buenos Aires: "Si può stare fuori dall'Fmi"
L'Argentina risponde "no" al G7
'Non rinegoziamo il debito residuo'
I rappresentanti dei cittadini: "La partita non è chiusa"
WASHINGTON - Il G7 chiede ufficialmente di affrontare il nodo delle migliaia di risparmiatori colpiti dal default dei bond che non hanno accettato l'offerta di ristrutturazione, ma l'Argentina tira dritto per la sua strada convinta che anche "fuori dal Fondo esiste vita ed è una splendita vita".
I Sette Grandi vanno in pressing, non a sorpresa, sulla questione degli oltre 24 miliardi di dollari di bond argentini non apportati alla proposta di swap di Buenos Aires, invitando alla rinegoziazione "in linea con le indicazioni fornite dal Fondo Monetario Internazionale" e in "buona fede".
"Il governo non ha allo studio alcuna alternativa per chi è rimasto fuori dall'offerta", risponde da Monaco il presidente argentino Nestor Kirchner, che ripete le posizioni espresse appena due giorni fa al termine di un incontro sulla questione con il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. E non solo, perchè dal paese sudamericano rincarano la dose affermando che "fuori dal Fondo esiste vita ed è una splendita vita", sottolineando quindi di non temere eventuali contromisure dell'Fmi.
Tuttavia, la posizione del G7, rappresenta un fatto positivo per i risparmiatori e e per i mercati, secondo il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, che è soddisfatto per il richiamo a Buenos Aires e per l'appoggio ricevuto al summit sull'argomento. Parole esplicite, quelle contenute nel comunicato finale dei lavori, secondo cui "l'Argentina deve affrontare il resto del debito in default", e che sottointendono il blocco di fatto di nuovi finanziamenti del Fondo a Buenos Aires.
"Abbiamo ottenuto di mettere nel comunicato - dice Siniscalco nella conferenza conclusiva del G7 - uno specifico riferimento alla necessità di affrontare subito insieme alle discussioni col Fondo la questione dei rimborsi del debito che non sono stato oggetto di concambio".
Non a caso i rappresentanti dei creditori italiani prendono la palla la balzo: "la partita non è affatto chiusa e siamo pronti a sederci a un tavolo negoziale", afferma il presidente della task force Argentina, Nicola Stock, che è anche co-presidente del Gcab, il comitato globale degli obbligazionisti del paese latinoamericano.
La posizione del G7, continua Siniscalco, "è molto importante non soltanto per i risparmiatori italiani, ma anche per la credibilità delle istituzioni, per non creare in altri Paesi la volontà di seguire la stessa strada argentina".
Si sarebbe cioè "creato un problema evidente di azzardo morale per altri Paesi, tentati a questo punto di seguire questa via molto pericolosa".
La strada scelta dall'Italia, osserva il ministro, "è eminentemente una strada multilaterale, pur non mancando delle pressioni bilaterali. Incassata la menzione, non è questo il risultato principale che è invece costituito dall'accordo con il Fondo, cioè dal negoziato con il Fondo da un lato e la riapertura delle linee di credito dall'altro. Esattamente questo ha occupato più della metà del mio colloquio di ieri con il direttore del Fmi Rodrigo Rato".
(16 aprile 2005)