San Paolo-Banca Intesa e Banca Rothschild, Prodi sull’attenti!
DilloAdAlice.it n. 134 del 20/12/2006
http://www.dilloadalice.it/lettera.aspx?articolo=l134manuelnegri.xml
L'imminente maxi-fusione tra Banca Intesa e San Paolo Imi, salutata calorosamente dagli 'addetti ai lavori' del settore finanziario e accolta con plauso reverenziale dai massimi esponenti del governo di centrosinistra, Prodi in testa, è stata presentata quale logica conseguenza delle irrinunciabili esigenze dettate dagli indiscutibili processi di globalizzazione, ritenuti esiziali per l'intero sistema creditizio europeo.
Esigenze tanto care ai 'padroni planetari' quanto nefaste, alla luce del già annunciato riassetto aziendale, per il personale dei due istituti. L'operazione di fusione-accorpamento prevede infatti il licenziamento, loro li chiamano 'esuberi', di 15/20 mila persone, per lo più costrette al prepensionamento, con onerosi costi aggiuntivi per i già lacunosi conti dell'INPS.
L'annoso problema occupazionale che investirà 15/20 mila famiglie, maggiore e più nefasto aspetto, non deve però fare passare in sordina la preoccupante concentrazione di potere e gli oscuri intrighi di palazzo che ombreggiano su tutta l'operazione, a partire dai protagonisti principali, come i sodali di Romano Prodi, Giovanni Bazoli, presidente di Banca Intesa che guiderà il nuovo gruppo, ed Enrico Salza, presidente di San Paolo Imi, che sarà a capo del nuovo Consiglio di gestione.
Alla loro corte verranno confermati Pietro Modiano, direttore generale di San Paolo Imi, nonché marito del Ministro per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini e il protagonista, unitamente al presidente di Unicredit Alessandro Profumo, delle primarie uliviste Corrado Passera, amministratore delegato di Banca Intesa. Senza però dimenticare Alfonso Iozzo, già amministratore delegato di San Paolo Imi, oggi scelto, guarda caso, dal Consiglio dei Ministri, come Presidente della potentissima Cassa Depositi e Prestiti, il cui riassetto è stato recentemente stilato e presentato al governo Prodi dalla Banca Rothschild. Un nome, una garanzia...non certo per i circa 20 mila senza più occupazione.