Debito pubblico, è record storico (ma ogni volta?) parte 17
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Debito, appuntamento con quota 2.000
A novembre potrebbe arrivare l'ora X
Continua la corsa senza freni dell'esposizione tricolore: a settembre siamo arrivati a quota 1.995 miliardi, il nuovo massimo storico con aumento di 14mila euro ogni secondo, notte e festivi compresi. Ogni italiano ha oggi sulle spalle una zavorra di 33.250 euro e ne paga ai creditori poco più di mille euro ogni dodici mesi. Gli esperti sono sicuri: la storica barriera verrà abbattuta entro la fine dell'anno
di ETTORE LIVINI
MILANO - Giorno e ora X, dicono i pessimisti, sono già scritti nei numeri e potrebbero scoccare entro la fine dell'anno, quando il debito pubblico dell'Italia polverizzerà la soglia dei duemila miliardi. La matematica, purtroppo, non è un'opinione.
"Il problema non è il se, ma il quando succederà - spiega uno dei curatori dell'indice Ibl, pubblicato da Repubblica.it in collaborazione con l'Istituto Bruno Leoni che incrocia i dati di via Nazionale con le serie statistiche degli ultimi quattordici anni". La colpa, meglio dirlo subito, non è del povero esecutivo tecnico. Le riforme approvate negli ultimi (dalle pensioni alle liberalizzazioni, dalle semplificazioni fino al lavoro) sono armi efficaci, ma a scoppio ritardato. I cui effetti si vedranno nel tempo.
Lo stesso vale per il calo dello spread da 575 a 320. Il tachimetro dell'esposizione tricolore - sfruttando l'inerzia dell'immobilismo degli ultimi decenni - continua ad aggiornare i suoi non ambitissimi record.
Nel 1968 il debito pubblico italiano viaggiava a quota 10 miliardi di euro, mentre il rapporto con il Pil era a quota 44%. Roba da far crepare d'invidia la Bundesbank. Nel 1980 eravamo saliti a 114 miliardi e al 55%. Quindici anni dopo, nel '95 - per colpa delle cicale della Prima Repubblica - eravamo già scesi nella serie B del Vecchio Continente appuntandoci al petto la medaglia dei primi mille miliardi di esposizione e un rapporto debito/Pil al 121,8%.
Le cose sono un po' migliorate tra il '95 e il 2007, all'epoca del miracoloso aggancio dell'euro in zona Cesarini. Ma è stato un fuoco di paglia. E da quattro anni è ripartito lo scivolone senza freni verso il baratro di quota 2000 miliardi.
Alle 18.50 di ieri sera ogni italiano, neonati e centenari compresi, aveva sul groppone 33.250 euro di debito. L'assurdo è che il 2011, per il bilancio dell'Italia, non è poi andato così male. Anzi. Il rapporto tra le entrate (in sostanza le tasse) e le uscite (la spesa pubblica) è stato positivo per 15,6 miliardi, l'1% del Pil.
Non avessimo un centesimo di debito, sarebbero tutti soldi in più da investire in servizi ai cittadini. Peccato che l'esposizione da 1.995 miliardi ci costi (ai tassi attuali) qualcosa come tra i 70-80 miliardi di interessi all'anno, oltre mille euro a testa per i 60,6 milioni di italiani. Una spesa extra che manda in rosso i conti del Paese e accelera il circolo vizioso della corsa del debito.
(13 novembre 2012)
© Riproduzione riservata
da: repubblica.it
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A fronte dell'aumento del 2,6% delle entrate tributarie, il debito pubblico ha raggiunto un massimo storico: 2mila miliardi
Gli italiani sono stati spremuti bene bene eppure il debito pubblico continua a crescere. A settembre si sono sfiorati i duemila miliardi per mandare avanti lo Stato. Le manovre del governo non sembrano aver avuto i benefici sperati. O per lo meno non sono stati sufficienti a sostenere i costi della nostra faraginosa macchina burocratica e i meccanismi di solidarietà ai quali dobbiamo contribuire facendo parte dell'Unione Europea.
Lo dimostrano i numeri resi noti da Bankitalia. A fronte dell'aumento del 2,6%, nei primi nove mesi del 2012, delle entrate tributarie (280 miliardi), il debito pubblico ha raggiunto un massimo storico: 1.995,1 miliardi. L'incremento riflette, oltre al fabbisogno del mese (11,6 miliardi), l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, detenute presso la Banca d'Italia e in impieghi della liquidità, pari a 8,6 miliardi. Nei primi nove mesi dell'anno la crescita del debito (88,4 miliardi) riflette il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (61,9 miliardi), l'aumento delle disponibilita' liquide del Tesoro (21,7 miliardi) e l'emissione di titoli sotto la pari (5,2 miliardi).
Nei primi nove mesi del 2012 il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche è stato superiore di 900 milioni a quello registrato nello stesso periodo del 2011 (61 miliardi). Escludendo le erogazioni in favore della Grecia (5 miliardi nel 2011), la quota di competenza dell'Italia dei prestiti erogati dall'European Financial Stability Facility (Efsf - 2,2 miliardi nel 2011 e 17,1 nel 2012) e le misure relative alla Tesoreria unica (che hanno comportato nel 2012 il riversamento nella Tesoreria centrale di 9,0 miliardi da parte degli enti decentrati), conclude Bankitalia, il fabbisogno del 2012 sarebbe in linea con quello del 2011.
da: liberoquotidiano.it
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