mercoledì, novembre 21, 2007

Lingotti d'oro crepati alla Banca d'Inghilterra

da: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/09_Settembre/29/lingotti_londra.shtml


L'intera riserva valutata in 320 tonnellate ha un valore di 6 miliardi di euro

Lingotti d'oro crepati alla Banca d'Inghilterra

Il fenomeno dovuto forse a una contaminazione del metallo. L'istituto londinese: «E' solo l'azione ossidante del tempo»


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

LONDRA — Allarme alla Banca d’Inghilterra. Alcuni dei lingotti d’oro custoditi nella sua sacrestia sotterranea presentano fessure e crepe. Secondo esperti consultati dalla rivista Metal Bulletin, bibbia del mercato dei metalli, il fenomeno potrebbe essere dovuto a una contaminazione dell’oro usato per le barre, i lingotti e le monete che rappresentano la riserva del Tesoro di Sua Maestà. Dopo che per anni le voci erano circolate senza alcuna possibilità di controllo nella City, finalmente in base al Freedom of Information Act è arrivata una risposta dalla Bank of England. «Non si tratta di carenza di purezza, ma di apparenza fisica e non è un grosso problema» ha detto un funzionario della Old Lady di Threadneedle Street (questo è il soprannome popolare della venerata istituzione fondata oltre tre secoli fa).

La banca centrale di Londra insiste che il suo oro è puro al 99,9 per cento e il deterioramento osservato è dovuto solo all’azione ossidante del tempo: parte della riserva, valutata oggi in 320 tonnellate per un valore di mercato di circa 6 miliardi di euro, fu importata dagli Stati Uniti tra il 1930 e il 1940. Un portavoce ha rassicurato che l’oro deteriorato potrebbe essere comunque affidato a un impianto di raffinazione per essere fuso e trasformato in nuovi lingotti. Non sono stati forniti dati sulla quantità delle riserve che ha presentato il «piccolo problema di invecchiamento». Ma coloro che nutrono sospetti insistono che le fessure potrebbero essere il sintomo di contaminazione all’origine con altri metalli di base e avvertono che nella stessa situazione si potrebbero trovare i tesori conservati da altri banche centrali europee.

La Bank of England tiene l’oro per conto del Tesoro. La maggior parte delle 320 tonnellate è in barre che pesano tra i 10.9 e i 13.4 chili, valore tra i 258 mila e i 317 mila dollari l’una. Il governo ha una riserva aurea e in valuta estera che viene mantenuta per sostenere il corso della sterlina in tempi di instabilità dei mercati. Una pratica comune a tutti gli istituti centrali del mondo. In teoria, in tempo di guerra, le riserve potrebbero essere impiegate per finanziare importazioni d’emergenza di materie prime e beni strategici. La banca fu fondata nel 1694 dallo scozzese William Paterson proprio per finanziare le guerre di Sua Maestà, al tempo ricorrenti.

La sede della Bank of England, un palazzo nel cuore della City, appare come una sorta di fortezza circondata da mura senza finestre. Fino al 1973 era difesa da un distaccamento dell’esercito che pattugliava il perimetro esterno. Il forziere sotterraneo è stato sempre considerato impenetrabile. Ma nel 1836 il governatore ricevette la lettera di uno sconosciuto che sosteneva di aver trovato una via segreta d’accesso. L’anonimo sfidò i dirigenti della Banca dando loro appuntamento all’interno: e mantenne la parola facendosi trovare puntuale sul posto. Era un operaio della rete fognaria che aveva trovato un varco. Secondo la leggenda fu ricompensato per l’informazione (e per non averne approfittato) con 800 sterline.
Guido Santevecchi
30 settembre 2007